Non ci libereremo tanto facilmente di Lance Armstrong. E per fortuna mi viene da dire. Così mentre i giudici di Francia e Stati uniti provano in tutti i modi ad incastrarlo per doping, lui nuota , corre e pedala. E torna alle sue passioni del passato. Così sabato e domenica sarà a Panama  al via di un Ironman 70.3 che, per chi non è del mestiere, è una garetta che mette insieme 1,9 chilometri di nuoto, 90 in bicicletta e 21 di corsa. Basta dare un’occhiata alla foto delle newsletter di Livestrong per capire che il texano, “tirato” come quando dominava al Tour,  non andrà da quelle parti solo per partecipare. E non c’erano dubbi.  Allenato ma anche un po’ più sollevato visto che pochi giorni fa il procuratore federale di Los Angeles, Andre Birotte Jr, ha annunciato la chiusura dell’indagine aperta nel 2010  che vedeva il cow boy e altri corridori della Us Postal accusati di aver fatto uso di Epo. Nel comunicato stampa che annuncia l’archiviazione dell’inchiesta non c’è traccia delle motivazioni che hanno indotto la procura alla chiusura dell’indagine che aveva portato diversi ciclisti a testimoniare. Tra questi anche il suo ex compagno di squadra Tyler Hamilton. Ma questa è una telenovela destinata a continuare. Tant’è che  l’Usada, l’agenzia antidoping statunitense, ora non aspetta altro che conoscere le motivazioni di quest’archiviazione, in modo tale da decidere in seguito se iniziare altre azioni legali. Insomma non mollano, proprio come il texano che continuerà a dividere chi lo considera  un dio in terra e chi invece il più grande scandalo che si sia mai visto sulle strade. Io, per quel poco che può importare , lo considero uno dei più grandi atleti dello sport moderno. Fino a prova contraria, che spero proprio non arrivi mai.

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