Forse l’ho già scritto ma quella delle charity credo sia la nuova frontiera della maratona. Almeno di quelle che contano. Cosa sono le charity è presto detto. Tradotto dall’inglese significano beneficenza e, nel caso delle maratone,  beneficenza legata all’evento. Ci si iscrive alla gara per una delle tante onlus che partecipano e a fronte di una donazione  che il corridore generalmente raccoglie tra amici e parenti si ricevono pettorale e maglietta. Va così da  Londra a New York dove la donazione è da 1500 dollari in su e dove si raccolgono cifre davvero considerevoli. La differenza sostanziale tra chi corre e basta è chi invece gareggia con le charity è che una maratona  non è più solo per se stessi ma anche uno sforzo per aiutare qualcuno meno fortunato a cui sarà devoluta la somma raccolta dalla onlus. Una volta che si comincia a correre con questa filosofia non si smette più. Ed infatti i programmi charity si sono affiancati a quasi tutte le maratone internazionali e anche da noi da Milano a Roma, tanto per fare due esempi. Restando nella capitale,  dove si corre il prossimo 18 marzo, va detto che i numeri del suo programma di beneficenza stanno doventanbdo davvero importanti, Dopo l’adesione di 68 Onlus nel 2011 (1.545.000 euro di raccolta fondi), l’edizione 2012 ha raggiunto quota 93 associazioni, 70 italiane e 23 internazionali.  Quest’anno ci si aspetta dunque  una raccolta fondi superiore. Tra i tanti campioni di solidarietà che hanno aderito al Charity Program ci sono il romano Pino Papaluca e l’argentino residente a Roma Tobias Gramajo che con il loro  “Vincere senza arrivare primi” parteciperanno alla 42 chilometri partendo per ultimi, e per ciascun corridore superato raccoglieranno 1 centesimo per ogni sostenitore. I fondi raccolti (obiettivo 3000 euro) contribuiranno alla costruzione di BibliPaganica, struttura polifunzionale da realizzare a L’Aquila che ospiterà una biblioteca per bambini e ragazzi con il presidio dell’Associazione Libera. Oppure c’è la storia dell’italiano Luca Turrini, residente a Sydney, che correrà 20 maratone in 20 giorni in Italia (844 chilometri) partendo da quella romana: per lui l’obiettivo è raccogliere 50.000 dollari australiani (37.000 euro) che saranno devoluti a Cancer Council Australia. E c’è anche chi correrà per l’Associazione Spiragli di Luce cercando di raccogliere i fondi necessari all’acquisto di un pullmino per accompagnare ragazzi con disabilità alle gare sportive. Infine due progetti a sostegno dei militari e delle loro famiglie. Uno statunitense, il programma ’Globetrotter Marathon’ che dal 2007 consente agli invalidi di guerra feriti in Iraq e Afghanistan di partecipare alle maratone in tutto il mondo offrendo loro supporto logistico ed economico. L’altro composto da tre “regiment gunners” della Royal Air Force,  che correndo la maratona raccoglieranno fondi per la Royal Air Forces Association, associazione non governativa che sostiene le famiglie dei militari in difficoltà.

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