Non si fa mai abbastanza. Contro il doping, si sa, la lotta è impari perchè chi vuole barare viaggia spesso a velocità doppia rispetto a chi deve impedirglelo. Ma il punto non sono i controlli che attualmente vengono fatti seriamente solo nel ciclismo e nelle gare olimpiche. Il punto è che il doping è soprattutto un virus culturale. C’è stato è c’è ancora chi lo sport lo interpreta pensando che il ricorso a farmaci o pratiche dopanti siano una scorciatoia necessaria per vincere e guadagnare. Ci sono genitori che con questo compromesso educano prima la loro coscienza da atleti e poi, da ex, quella dei propri figli. Perciò sempre molto da fare in questa direzione. Ed ogni iniziativa va applaudita. Come quella presentata in occasione della prossima Maratona di Roma. Tra pochi giorni verrà infatti prodotto un corto cinematografico dal titolo«Purosangue», ideato da Massimiliano Monteforte e diretto da Virginio Favale.L’opera, che è già stata proiettata  in Campidoglio, nasce dalla necessità di riaffermare la cultura dello sport, e in particolare dellacorsa, e dalla volontà assoluta di lanciare un messaggio chiaro contro ildoping.  «Purosangue» racconta la storiadi due atleti che si ritrovano a dover scegliere tra il fare uso di drogheper vincere o proseguire la loro strada basandosi unicamente sulle propriecapacità atletiche. Il corto è stato sponsorizzato da Acea, dalla Maratonadi Roma e da altri sponsor privati e sarà proiettato nei vari Festivalcinematografici internazionali.

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