Quandoi i paesi sono piccoli la gente mormora. Così si dice. E  può sembrare un difetto ma spesso non lo è. Perchè quando i paesi sono piccoli e in pratica ci si conosce tutti le cose spesso hanno un sapore diverso. E non è male per niente. Prendi ad esempio la seconda “Sgambada  tra i casin“, la marcia tra le cascine organizata dal gruppo sportivo L’Airone che si è corsa ieri sera ad Albairate, nel cuore del parco Sud. Al via un migliaio di persone. Molti appasionati runner arrivati da fuori, tanti, tantissimi corridori anche un po’ improvvisati rigorosamente del posto e soprattutto un fiume di bambini. Piccoli, allegri, vocianti, entusiasti e anche veloci perchè a dieci anni a correre non è che si fa fatica. E ieri sera molti  di loro hanno corso da soli sui tre e sui sette chilometri del percorso, tra Albairate, Riazzolo, Cascina Palazzina, Cascina Faustina e di nuovo in paese. Hanno corso da soli perchè in un paese dove si conoscono un po’ tutti ognuno dà un’occhiata ai suoi figli ma anche a quelli degli altri che poi sono anche compagni di scuola, compagni di calcio, compagni di basket, compagni di oratorio. E se poi in gara ci sono anche mamme, papà, amici, allenatori, nonni in bici e anche qualche maestra della scuola elementare  la tapasciata, che è già una festa, diventa un bel momento per stare insieme. E in maglietta e calzoncini ritrovi le facce che non ti aspetti. Quelle che ogni mattina vedi davanti a scuola o a messa, quelle che portano i figli al catechismo o in palestra, quelle che …ci si vede sempre in edicola o in cartoleria. Sindaco compreso, anche se non ha corso.  Certo molto del buono di questa corsa lo si deve a chi l’ha messa in piedi. Bello il percorso, precise le indicazioni, perfettamente segnalati con le fettucce i tratti pericolosi ed erba tagliata di fresco dove lo sterrato si perde nei campi. Poi il traguardo e il ristoro finale dove, tra riso, panini e mortadella in pratica si può cenare. Ma non è che le cose si fanno da sole. Così stamattina nel bar della piazza incontri Andrea, uno degli organizzatori dell’Airone, che ti racconta quello che sta dietro ad una garetta di sette chilometri. E nemmeno te lo immagini. Storie di furgoni su cui caricare le sacche della gara, di transenne da mettere in paese, di volontari da arruolare per presidiare gli incroci, di permessi per il tracciato, di ristori da organizzare e di medaglie da consegnare. E guai a sbagliare qualcosa:”Perchè poi, sai com’è,  il paese è piccolo…e si fa presto a criticare”. Pro e contro del vivere in paese, ma non si può aver tutto dalla vita.

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