Lo sport si fa da piccoli. Perché, in un mondo in cui molti bimbi si «allenano» davanti al pc, una corsa, una pedalata, quattro calci a un pallone nel campetto di un oratorio fanno bene al fisico ma anche alla mente. Soprattutto alla mente. Perché lo sport è disciplina, applicazione, capacità di non mollare e di arrivare agli obiettivi. E queste sono cose che se si imparano subito restano anche nella vita di tutti i giorni. Già, ma come si fa a sapere se un bimbo di sei anni è più portato per l’atletica, il basket o i ciclismo? Come si fa a sapere se le sue caratteristiche fisiche gli consentiranno si praticare un’attività con buoni risultati ma soprattutto senza rischi e senza danni? «Con una serie di test – spiega il dottor Gabriele Rosa del Marathon center di Brescia – Una serie di indagini che ci permettono di verificare le capacità coordinative e condizionali del bambino allo scopo di evidenziarne attitudini, predisposizioni ed eventuali deficit motori». Il «Passaporto sportivo», così si chiama il progetto che l’équipe medica bresciana ha elaborato con il Comitato provinciale di Milano della Fidal, dal prossimo sarà adottato in molte scuole di Milano. Questo almeno è l’obbiettivo. Il primo passo in realtà è già stato fatto nell’istituto «Brodolini» di Novate Milanese dove la ricerca ha coinvolto un centinaio di studenti.  «Analizziamo i ragazzi dai 6 ai 12 anni – spiega il dottor Rosa – sottoponendoli ad una serie di indagini che riguardano destrezza, forza, velocità e resistenza. Sono esercizi molto semplici, in realtà dei giochi con piattaforme mobili, ostacoli, cubi e palle mediche oppure semplicemente esercizi legati alla corsa. Ma ci permettono di capire alcuni aspetti fondamentali della loro struttura». Ovviamente non basta. Gli studenti vengono valutati anche in base al rapporto tra peso e statura, ai valori percentili e in base alle «origini», cioè valutando anche il fisico di genitori e nonni che permettono di costruire una proiezione sulla crescita. Tutti questi dati vengono confrontati con una serie statistiche di informazioni che sono raccolte in un corposo database e che permette quindi una serie di raffronti. La valutazione si svolge in tre fasi: un questionario per la raccolta dei dati anagrafici, l’analisi antropometrica che è in pratica lo studio della costituzione fisica del bambino e quindi i test sul campo. Ciò fatto per ogni alunno verrà redatta una scheda tecnica di valutazione motoria, cioè un vero e proprio «Passaporto sportivo» che verrà consegnato agli insegnanti dell’istituto e ai genitori. «Evidenziamo in questo modo le caratteristiche positive e negative di ogni ragazzo – spiega Gabriele Rosa – E in base a ciò possiamo indicare con una buona certezza quale può essere l’attività sportiva più indicata».  Uno degli aspetti più critici riguarda il peso. Tra merendine e cattiva alimentazione molti dei bimbi che frequentano le scuole dell’obbligo sono in sovrappeso già in tenera età. «In effetti è un problema diffuso – spiega il dottor Rosa – Tra i maschietti che ci siamo trovati a valutare la maggior parte è da considerare in sovrappeso. Alcuni con valori modesti, altri più importanti. Diversa la situazione tra le femminucce che però spesso evidenziano il problema inverso: cioè sono troppo magre». In questo caso l’attività fisica è un’ottima cura ma, come sa bene chi fa sport, da sola non basta. Fondamentale è l’alimentazione che deve essere molto ben bilanciata soprattutto nei giovanissimi che spesso tendono a «pasticciare». «Verissimo – spiega Rosa – Il progetto prevede anche una serie di informazioni che riguardano l’alimentazione. In buona sostanza spieghiamo quanto sia importante per la crescita mangiare in modo regolare e bilanciato. Partendo dalla colazione che è un pasto fondamentale della giornata, spiegando come vanno gestiti gli “spuntini” e che è meglio assumere più carboidrati a pranzo e più proteine a cena». Tutto questo lavoro avrà poi un momento di confronto a scuola con gli insegnanti ma anche con i genitori. Alcune riunioni per spiegare quanto lo sport e una giusta alimentazione possano cambiare, in meglio, la vita dei bambini. Il «passaporto sportivo» per ora è stato testato solo a Novate Milanese e dal prossimo anno scolastico verrà esteso ad altre scuole. Sono già molti gli istituti scolastici che hanno contatto Fidal e Marathon center.

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