Su Alessandro Zanardi è stato scritto di tutto  e di più. Anche da me. Ma l’altro giorno quando l’ho visto arrivare vittorioso e alzare con una mano la sua hand bike a Londra mi ha emozionato ancora una volta. E’ tornato sul podio sulla pista di Brands Hatch, l’ autodromo dove aveva corso quando ancora aveva le gambe. Certo, quando aveva le gambe… cioè prima. Come ha più volte detto e ripetuto lui sta vivendo due vite. Con lo stesso entusiasmo, conla stessa energia, con la stessa solare allegria, con la stessa caparbietà.  E “Con la stessa fortuna. Perchè comunque io mi sento un privilegiato…” ha sempre detto. Così dopo i trionfi nell’automobilismo, in particolare quelli nei campionati di F.Indy del 1997 e del 1998, ora c’è quello sulle tre ruote dell’handbike. Che è più di un trionfo, inutile negarlo. E arriva proprio nel giorno delle medaglie italiane alle Paralimpiadi di Annalisa Minetti, bronzo nei 1.500 metri, e  Assunta Legnante oro  nel lancio del peso. E’ per tutti un sigillo di forza e volontà. Un modo per dire a se stessi ma anche a tanti altri che nonostante tutto si può andare avanti e si possono fare grandi cose. Ma Zanardi è Zanardi. Basta guardarlo in faccia, sentirlo parlare e ti conquista. Come quel giorno a Venezia quando portò al traguardo della maratona Francesco Canali, malato di Sla. A un metro dal traguardo si fermò, scese dalla sua hand bike e trascinandosi incurante del suo handicap gli fece tagliare il traguardo per primo. E’ un’immagine che resterà. Zanardi dalla sua tragedia  è uscito con una forza impressionante, al punto da tornare a gareggiare nell’ automobilismo su auto adattate, in categorie ’turismò. Nel 2007 ha cominciato a praticare l’handbike e, dopo appena un mese di allenamenti specifici, è arrivato quarto nella della maratona di New York . Due anni dopo ha addirittura vinto ottenendo il ’pass’ per le Paralimpiadi, che a 45 anni è risucito a conquistare. E la cosa più bella che potesse dire è la frase che ha pronunciato all’arrivo. “Cosa farò adesso non lo so. Comunque io senza sport non posso vivere. Sono drogato di sport…sono assuefatto”. Questo è il doping che mi piace. E da Zanardi adesso aspettatevi di tutto…

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