Da San Patrignano alla maratona di New York passando da Brescia, dove stamattina si corre la maratona e dal centro Marathon del dottor Gabriele Rosa che dopo aver allenato i più grandi atleti keniani di sempre e la nazionale femminile cinese di atletica ora approda a San Patrignano. Cambia tutto, scenario nuovo, addirittura un altro mondo. E ovviamente il «professor maratona» non è qui per vincere. Anzi sì, ma sarà una vittoria diversa e più importante. Otto mesi per portare dieci ragazzi che hanno avuto problemi di droga a correre la maratona di New York cominciando proprio stamattina da Brescia dove il gruppo farà la sua prima uscita ufficiale. Quarantadue chilometri e 195 metri di fatica e di riscatto perchè una maratona insegna proprio questo: a non mollare, a non abbattersi davanti alle difficoltà e ad arrivare comunque al traguardo. Che per chi nella vita ha preso…. è una sfida nella sfida. «Questo progetto e questa idea- spiega Rosa- nascono dopo una visita che avevo fatto tempo fa a San Patrignano. Gli oltre 1300 ragazzi che vivono qui cercano di uscire dal tunnel in cui sono finiti soprattutto con il lavoro. Molti fanno anche sport e qualcuno ama correre. Così parlando con Letizia Moratti abbiamo pensato che sarebbe stato affascinante preparare un gruppo per una maratona. La scelta di New York è venuta di conseguenza…». Scelta di visibilità perchè il progetto di portare i ragazzi di San Patrignano a corre nella grande Mela servirà anche a roccogliere fondi per la comunità con il sistema della charity, cioè la solidarietà legata alle gare sportive che si sta diffondendo sempre più anche in Italia. Ma è chiaro che il messaggio principale è una altro: «Portare dei ragazzi che hanno avuto problemi di droga a correre una maratona- spiega Rosa- è soprattutto indicare a tutto il gruppo di San Patrignano che uno sport così faticoso può essere una nuova strada di riabilitazione, un nuovo percorso per tornare alla normalità. Sia dal punto di vista fisico perchè per finire i 42 chilometri di una gara bisogna recuperare in pieno l’efficienza fisica ma anche a livello mentale perchè in maratona questo è un aspetto fondamentale». Così da qualche settimana sono cominciati i test. Sono una quindicina i ragazzi che hanno iniziato gli allenamenti seguendo i consigli e le schede di preparazione dell’equipe Marathon ma saranno dieci quelli che poi voleranno a New York. Già fissati anche alcuni appuntamenti di avvicinamento: stamattina 21 chilometri da correre durante la Brescia marathon, poi un’altra serie di gare ufficiali e tre squadre con i colori di San Patrignano che parteciperanno il 7 aprile alle staffette della Milano City marathon. «Si parte da zero- spiega Rosa- Nessuno di questi ragazzi ha mai fatto gare di atletica quindi bisogna costruire con pazienza tutto il percorso che li porterà alla maratona. E non è semplice. Però il clima che abbiamo respirato nella comunità dopo i primi test è di contagioso entusiamo. Abbiamo passato insieme alcuni giorni, ci siamo allenati insieme, mangiato insieme, vissuto insieme e abbiamo visto intorno al nostro staff una curiosità enorme. E questo è un segnale importante perchè significa che c’è voglia di fare». Il progetto di San Patrignano a New York però non si fermerà alla maratona ma continuerà anche dopo. «Il vero obbiettivo di questa sfida- conclude Rosa- è coinvolgere nella corsa quanti più ragazzi possibili della comunità e non solo i dieci “newiorchesi“. Per questo abbiamo già in programma di allargare i test e gli allenamenti. Servirà a far capire che, al di là della maratona, la corsa è benessere fisico e mentale».

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