“Io ho un amico che ha fatto il Mezzalama…”.  Segue una smorfia di ammirazione. Va così. Perchè è come dire di avere un amico che è andato da Santiago del Cile alla Terrra del Fuoco in bici sulla Carretera Austral o che abbia finito l’Iditarod in Alaska. Il Mezzalama è roba tosta, tostissima. Una prova di fatica e di coraggio, un’impresa agonistica estrema, una straordinaria avventura sul filo dei 4.000 metri di altitudine che va in scena ormai da sempre e il  27 aprile torna. E’ una classica, è’ la “Sanremo”  dello sci-alpinismo mondiale. E anche quest’anno da Breuil-Cervinia a Gressoney-La-Trinitè 900 superatleti, selezionati e provenienti da tutta Europa, ma anche da Stati Uniti, Canada e Russia, si sfideranno nella maratona dei ghiacciai su un percorso di 45 chilometri con un dislivello di 2.862 metri e una quota massima raggiunta di 4.226 metri sulla Punta Castore.  Il trofeo Mezzalama non è solo una gara tra campioni, ma anche un grande spettacolo di sport a cui assistono a ogni edizione biennale migliaia di appassionati. Dopo la suggestiva partenza notturna da Breuil-Cervinia le squadre di tre atleti affrontano uno strappo iniziale fino ai 3.800 metri del Colle del Breithorn, poi, in cordata, inizia la lunga attraversata del ghiacciaio con passaggio al Passo di Verra e salita alla Punta Castore, tetto della gara. Poi il passaggio, ramponi ai piedi, sul ghiacciaio del Felik e attraversata fino al Passo del Naso (4.150 metri) oltre il quale inizia la discesa verso Gressoney-La-Trinitè.  Il record di percorrenza, registrato nel 2009 dagli atleti del Centro sportivo esercito, è di 4 ore e un minuto. Ma quest’anno, condizioni meteo permettendo, il cronometro potrebbe fermarsi prima. E solo a pensarci mi vengono i brividi…

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