Torno in redazione dopo la Milano marathon e una collega mi chiede come faccio a correre 42 chilometri filati. Sinceramente al trentesimo in piazza Duomo, quando si svoltava a destra verso piazza della Scala cercando un appoggio sicuro sui lastroni di pavè me lo sono chiesto anche io. E me lo sono chiesto anche al 35 in via Washington e ho continuato a chiedermelo in continuazione nei restanti sette chilometri. Tanta fatica, la solita. Poi però vale sempre la pena. La tredicesima edizione della Milano city marathon va in archivio e, anche se non so bene cosa sia successo davanti e dietro di me, mi sembra sia stata davvero una bella edizione. Doveva piovere e c’è stato il sole, il nuovo percorso mi sembra davvero intelligente e non ho sentito grandi casini sulla riconsegna delle borse della staffetta. Quelle dei maratoneti che erano sui camion che dalla Fiera di Rho sono arrivate al Castello puntuali, ma questa è la normalità.  Una festa senza liti con automobiliti che ohggi non potevano circolare e con oltre 13mila partecipanti. tanti vip e atleti veri in gara che hanno corso le staffette che ormai un po’ questa maratona se la stanno “mangiando”. Politica, sport, spettacolo, si sono divertiti tutti. Da Federica Fontana a Maurizio Lupi a Daniela Santanchè. Da Annalisa Minetti a Giusi Versace a Linus, Nicola Savino, Aldo Rock e Alex Farolfi.  In gara anche gli inviati di striscia Max Laudadio ed Edoardo Stoppa. Tanti gli atletit: Stefano Baldini, Vincenzo Modica, Danilo Goffi, Salvatore Ciconte, Daniele Molmenti, Ale Fabian, Cristian Zorzi ,  Diego Occhiuzzi, Daniel Fontana, Ivan Risti e Giacobbe Fragomeni. Presenti anche numerosi testimonial delle 141 Onlus che hanno partecipato al Charity Program della corsa, quali Claudia Gerini, Max Pisu, Giusy Versace, Filippa Lagerbacki. Discorso a parte per Giovanni Storti, lui era in gara e correva ma al 25 chilometro in Porta Venezia l’hanno scambiato per un altro del trio: ” Vai Aldo…”.  Capita. In corsa anche una nutrita truppa di giornalisti: dal mio direttore Alessandro Sallusti al mio amico Manlio Gasparotto della Gazzetta che correva per la Fondazione Cannavò a un team di 14 squadre di Sky che ha corso a favore delle organizzazioni no profit Art4 Sport e Disabili No Limits. Anche quest’anno è arrivata al traguardo con una trentina di atleti tutti insieme, la “macchia” rossa di Smarathon, la onlus che raccoglie fondi per l’atrofia muscolare spinale. Per la cronaca va detto che ha vinto un etiope. Gemechu Worku Biru è arrivato al traguardo in tempo di 2 ore 9 minuti e 25 secondi. Un missile. Anche se la cosa più triste e che quando Biru e compagnia stavano per arrivare alla curva del 41mo prima io era dall’altra parte della carreggiata a girare per la “mezza”!!  Viene dal Kenya invece la vincitrice della gara femminile. Monica Jepkoech, pettorale numero 2 e un tempo di gara di 2 ore 32 minuti e 54 secondi ha messo dietro tutte. Per gli azzurri la bella notizia arriva da Tommaso Vaccina, classe 1980, è stato il primo atleta italiano a tagliare il  traguardo con un tempo di 2 ore 22 minuti e 7 secondi. Ed è una milanese la prima italina all’arrivo: Claudia Pinna ottava e con un tempo di 2 ore 42 minuti e 9 secondi. Fine. Anzi no! Dal Molise è arrivata una staffetta molto “montanara” . Giancarlo, Michele, Bernardo e Mimmo hanno finito con tanta saggezza in 3ore e 48 minuti. Ma erano al debutto e il prossimo anno si sono messi in testa di correre dall’inizio alla fine. Tra l’altro è il mio stesso tempo. Vedi un po’ il destino…

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