Quando si dice il caso. Sabato stavo correndo sul canale scolmatore che da Settimo milanese va ad Abbiategrasso e mi sono visto sorpassare al doppio della velocita da Daniel Fontana. Giusto il tempo di un saluto e non l’ho visto più. Ieri mattina l’ho incontrato nella vasca dellaa Dds dove lui si allenava e io cercavo di capire come fare per nuotare quei 750 metri che mi toccheranno nel triathlon sprint di Rimini. E oggi ci siamo incrociati di nuovo. Stavo pedalando a 35 all’ora sul vialone che da San Vito di Gaggiano va a Cisliano quando mi ha superato insieme a un suo compagno di allenamento. Due moto. Pazzesco come anche a 43 orari riesca a rimanere perfetto in bici, senza muovere le spalle e dando quasi la sensazione di non far fatica. E pazzesco quanta differenza faccia stare nella scia. Cosi a fatica sono rimasto attaccato per una decina di chilometri . Un altro pianeta a partire dalle bici da triathlon che non avevo mai visto così da vicino e che rispetto a quella classica da strada cambia parecchio. Anche se è ovvio che la differenza vera la fanno le gambe. E quelle di Fontana in questo periodo mi pare che girino davvero forte. Una decina di giorni al Challenge di Rimini che si correrà il 26 maggio dove l’azzurro- argentino va per vincere anche se dovrà vedersela con il suo avversario di sempre, il fortissimo australiano Chris McCormack. Sarà una sfida che si deciderà sul filo di lana, ma dopo aver visto pedalare Fontana stamattina mi sembra di potre dire che se la giocherà fino all’ultimo metro.

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