Smarathon sta sulle maglie di chi corre, di chi pedala e da qualche tempo anche su quelle di chi fa triathlon e di qualche Ironman. Smarathon  sta sulle maglie di Hellen Hidding e Paolo Savoldelli tanto per citare due vip a caso. Smarathon sta sulle canotte di tutti quelli che credono che sia giusto fare qualcosa per aiutare chi è colpito dall’atrofia muscolare spinale, una malattia genetica che colpisce un bimbo su seimila e che impedisce ai muscoli di svilupparsi e quidni di fare una vita normale.  Smarathon è dove capita, nelle tapasciate più sperdute, nelle corse più lontane, nelle maratone più famose, in quelle meno fashion dove però la fatica è sempre la stessa. Smarathon un paio di anni fa ha portato 200 atleti al via nella Milano city marathon, il numero più alto di staffette, una bella macchia che non era passata inosservata.  Smarathon è  la passione e il cuore di Elena e Luca de Luca  che nel 2007 dieidero vita a questa associazione no profit per aiutare chi è malato di Sma,  per aiutare la laro bimba Rebecca ma anche tanti bimbi come lei. Smarathon sono le borse di Studio al Policlinico di Milano, all”Università di Torino, sono i macchinari comprati per il laboratorio di Ricerca dell’istituto Besta,  sono le attrezzature donate  per poter far sciare bimbi disabili o per permettere loro di andare nei boschi d’estate. Smarathon è un sorriso dove non sempre c’è voglia di sorridere. Smarathon è gente che corre e si dà da fare per battere  l’atrofia muscolare spinale.  Non c’è cura per questo bisogna investire sulla ricerca e , con l’aria che tira di questi tempi, sperare che gli istituti clinici e universitari  facciano con ciò che hanno a disposizione è più che un’utopia.  E così Smarathon da sei anni è anche un mercatino. E domani ancora dalle 10 del mattino fino alle 20 in via Panizza 7 a Milano nella la sede di Connexia. Una vendita benefica che servirà per fare un passo avanti  . Questi  alcuni dei marchi che hanno gentilmente donato loro prodotti: Reda, Reewoolution, Smeg, Bark, Quiksilver, Fratelli Rossetti, Cinzia Rocca, Save the Duck. E mai come questa volta  mi fa piacere citarli.