Gelindo Bordin, il campione olimpico di Seoul in maratona correrà a Roma con la Befana.  Passa il tempo. Passano gli anni ma la corsa ti resta dentro. Così “Gelo” , che oggi è il responsabile marketing della Diadora,  non molla. E continua a spillarsi sul petto un pettorale che il 6 gennaio sarà il numero  579, lo stesso di quel giorno a Seoul  venticinque anni fa. “Ho smesso di correre da tempo ormai- racconta soddisfatto – ed oggi posso dire di  non farcela a stare senza la corsa”.  Così continua ad allarcciarsi le scarpette e per questo ha confermato al Presidente del Roma Road Runners Club Patrizio Mancini che sarà  al via  della ventiduesima edizione di Corri Per la Befana. “Mi piacerebbe correre i 10 chilometri della gara agonistica per stare insieme a tutti  e godermi lo splendido Parco degli Acquedotti – spiega – e poi vorrei gustarmi i bambini che corrono la  Happy Run e la MiniHappy Run”. Chiaro che oggi per chi oltre alla medaglia d’oro di  Seoul vanta un bronzo mondiale a Roma 1987 e due Ori europei  a Stoccarda nel 1986 e a Spalato nel 1990, la corsa è tutta un’altra cosa . E’ un’altra filosofia ma non meno importante: “Correre è ancora una parte fondamentale della mia vita, cerco di allenarmi il più possibile per  stare bene e vivere a fondo quelle splendide emozioni che sento ancora oggi  stando a contatto con i miei amici, con la natura e con quanti condividono  la mia stessa passione. La mia vita oggi è fatta di impegni, incontri e tante cose da fare.  Per la corsa sento il bisogno di trovare sempre un po’ di tempo. Credo che faccia parte  dell’essere runners dentro!”   Gelindo Bordin che corre con con lo stesso numero di Seoul è ovviamnete solo una suggestione. Ma l’emozione di vincere un’olimpiade va oltre ogni cosa e soprattutto non  finisce mai. Così il suo mito resta e resiste:  “Ho smesso di gareggiare e per me oggi correre è un modo per  godere la mia passione, non la  vivo più con lo spirito agonistico di un tempo. Indossare il pettorale però è sempre una sfida  e non nascondo che tornare ad indossare il numero 579 mi fa venire la pelle d’oca…”  Nell ’Olimpiade koreana tagliò il traguardo in 2h10’32’’ e fu una gara incredibile e forse anche un po’ inaspettata perchè il vicentino non partiva tra i favoriti: “Mi sono ritrovato a correre  contro  Salah e Wakiihuri, fu una corsa pazzesca ed infernale- ricorda Bordin-  Loro, i più forti maratoneti del momento,   mi avevano già battuto in altre gare e Wakiihuri era campione del mondo in carica, titolo  vinto a Roma 1987 dove io giunsi terzo, ma quel giorno fui più forte io…” . E la storia continua.

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