Nonno Horner verrà al Giro. Stamattina la Gazzetta gli regala una pagina intera dove racconta più o meno quella che è la bella storia di questo americano nato nella base americana di Okinawa in Giappone 41 anni fa. Chris Horner lo scorso anno ha vinto la Vuelta di Spagna ed è stato il pro più anziano ad imporsi in una corsa a tappe. Un record. Un record anche un po’ chiacchierato soprattutto dopo l’equivoco dei controlli antidoping saltati il giorno dopo la vittoria. Ma Horner ha chiarito tutto per cui resta la gloria per ciò che è stato capace di fare. Con la solita fastidiosa postilla che purtroppo ormai vale per tutti: fino a prova contraria. Ma al di là di questi discorsi fa un po’ specie pensare che l’americano che non è un Carneade qualunque ma uno che oltre alla Vuelta ha già vinto un giro della California e dei Paesi Baschi e correrà con i colori della Lampre e’ alla sua ventesima stagione. Ed era già in pista quando a vincere toccava a Miguel Indurain e Vincenzo Nibali andava ancora alle elementari. Una vita fa, un’era fa. Un altro ciclismo e forse anche un altro sport. Per questo mi lascia perplesso tutto questo entusiamo per Horner che approda al Giro. Che senza ironia e con tutto il rispetto possibile gli auguro sia da protagonista e magari anche da vincitore. Mi affascinano le imprese di questo nonnetto terribile ma preferisco entusisiasmarmi per ciò che sapranno fare i “niptini” che corrono con lui.

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