La retta via è quella da seguire. Ca va sans dire…direbbero i francesi. Nella vita di tutti giorni è soprattutto una questione morale e ognuno poi fa i conti con la propria coscienza. Nella vita sportiva la retta via è quella più veloce, più redditizia e più economica. In soldoni: se nella vita seguire la retta via spesso può diventare più difficile, più dispendioso e in qualche frangente più da fessi perchè, come sento ripetere purtroppo sempre più spesso la gloria è dei furbi, nello sport è esattamente il contrario. C’è una riga dritta in piscina, nera, lunga che non finisce mai, spesso angosciante ma assolutamente rassicurante quando poi ci si tuffa in mare o, peggio, in un lago. E allora lì ti manca, la cerchi e rimpiangi tutte le maledizioni che le hai mandato vasca dopo vasca, virata dopo virata. C’è una riga da seguire anche quando si corre una maratona. E anche qui è una certezza. Sai che se ci metti i piedi sopra alla fine i tuoi chilometri saranno 42 e i metri 195, non un centimetro in più. E la linea perfetta di maratona, quella ideale, la più breve quella che ai campioni dà una mano a non perdere secondi preziosi per i loro record e ai tapascioni accorcia di qualche minuto la sofferenza. E infine c’è la riga bianca che limita la carreggiata su tutte le strade del mondo. Quando sei in bici ci devi mettere le ruote sopra e così pensi solo a pedalare. Lei ti indica la strada e tu devi solo controllare di volta in volta che non ci siano ostacoli alzando lo sguardo solo di un po’. La segui, non la perdi d’occhio e sai che così farai un po’ di strada in meno, che farai un po’ di velocità in più. E la via retta che ti porta al traguardo e a volte verso la vittoria. e’ la via retta quella da seguire. Anche se poi qualcuno che taglia e trova una scorciatoia si trova sempre. Ma nello sport e nella vita la gloria è degli onesti. O no?