L’Oscar a Paolo Sorrentino in fondo è un solo dettaglio. La vera Grande bellezza  era già andata in scena la notte prima. Vuoi mettere la luccicante sala Testori di palazzo Lombardia con il Dolby theatre di Los  Angeles?.  Vuoi  mettere Matthew McConaughey , Jared Leto o Toni Servillo con la classe e la scioltezza di Linus.  Son bravi tutti a presentare e a far sorridere  al fianco degli attori di Hollywood…E vuoi mettere  Ellen De Generes con Micol Ramundo? Sul palco se la giocano ma se poi tocca anche nuotare correre e pedalare allora non c’è partita…Scherzi a parte la serata degli Oscar del Triathlon è stata devvero una bella serata.  Bravo Dario Nardone che ha messo insieme tutto ma avrebbe fatto meno fatica a far due Ironman di fila, bravi tutti quelli che gli hanno dato una mano a cominciare da  Martina, la collega che ha firmato le foto di questo post, e bravo l’assessore Antonio Rossi perchè è stato ottimo padrone di casa, perchè quando deve esserci c’è e perchè è ancora molto più atleta che politico. Emozionante Marco Sbernadori: sono bastati tre minuti del suo racconto di quando tutto cominciò a Ostia  per capire quanto sia innamorato di questo sport. Esilarante Valerio Curridori dalla Sardegna che tra una gara a Panama e una ad Abu dabi trova anche il tempo di fare l’insegnante uin una scuola.  Emozionati Angelica Olmo e Delian Stateff le due promesse azzurre, giovani, belli ed elegantissimi in abito da sera anche se forse rimpiangevano la muta. Toccanti le immagini del paratriathlon, la forza di chi non si ferma davanti a nulla, la voglia di credere in un progetto che guarda verso Rio. E poi i campioni. Nominati, premiati, coccolati e alla fine intervistati. Brave Alice Betto e Edith Niederfringer anche se non c’erano perchè in altre parti del mondo indaffarate a correre e ad allenarsi. Bravissimi  Daniel Fontana e Alessandro Fabian  che per questo sport sono un vero e proprio “tesoretto” .  Nuotano, corrono e pedalano da campioni ma sono due fuoriclasse anche davanti a microfoni e telecamere.  E se è vero che un movimento per crescere ha bisogno soprattutto di “personaggi” che tirino la volata al gruppo, il triathlon per qualche anno può dormire sonni tranquilli perchè i due hanno le   physique du rôle perfetto per fare i testimonial di uno sport che è fatica ma anche molto più glamour di quanto si possa pensare. Infine la coperta. Il vero tormentone di tutta la serata. E’ una storia lunga ma vale per tutti. Perchè è facile nuotare, è facile pedalare ed è anche facile correre. Un po’ più complicato fare tutte e tre le cose insieme e se si migliora da una parte si rischia di peggiorare dall’altra. E il cruccio dei triathleti. Così Daniel tira di qua, Ale tira di là e tutti e due ci mettono l’anima per cercare di allungarla ‘sta coperta che potrebbe portarli verso la vittoria di un Ironman o sul podio di Rio. Sono’ la poesia il destino di questo sport  e, come dice Aldo Rock ” bisogna andarseli a prendere…”