Un Paese dove  22 per cento dei bambini è in sovrappeso e il 10,2 per cento è in condizioni di obesità qualche domanda dovrebbe farsela. Non è solo un fatto di numeri. Non può essere solo una questione di percentuali. Se il dato è uno dei più alti d’Europa significa che qualcosa non funziona. Se i bimbi mangiano troppo e male, se fanno poco sport, se passano più ore davanti alla tv o con un tablet in mano che non  in piscina, su una bicicletta, su un campetto di basket o di calcio a giocare significa che tra scuola-famiglie-associazioni sportive e federazioni che dovrebbero promuovere la pratica dello sport c’è un corto circuito. La rilevazione fatta lo scorso anno dal ministero della salute e che ha coinvolto circa 46.500 bambini appartenenti ad oltre 2.600 classi terze della scuola primaria,  è inquietante.  Mette in luce la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari che possono favorire l’aumento di peso, specie se concomitanti. In particolare emerge che il 9% dei bambini salta la prima colazione e il 31% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine); il 67% fa una merenda di metà mattina troppo  abbondante, mentre il 21% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura e il 43% consuma abitualmente bevande zuccherate e/o gassate. E fin qui a tavola, che non va benissimo.  Così come non brilliamo nel far pratricare sport ai nostri  piccoli: il 16% dei bambini pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 17% non ha mai fatto attività fisica , il 42% ha la TV in camera, il 36% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno e solo un bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. E non è finita. Tanti di quelli che cominciano a fare sport e poi continuano quando arrivano alle superiori poi mollano. Principalmente per la  difficoltà a conciliare scuola e sport; per disaccordo con l’allenatore; per mancanza di divertimento ma anche per  infortuni,  per l’ influenza negativa di altre persone (genitori o compagni) per  scarse opportunità di successo.  Ma come stiamo messi?