Mi avevano colpito un paio di notizie nei mesi scorsi. La prima riguardava un campione, l ‘altra no ma tutti e due con due padri particolari alle spalle. L’ex nuotatore Grant Hackett, tre ori olimpici con l’Australia e dieci volte campione del mondo, farà ingresso in una clinica Usa per disintossicarsi dall’abuso di sonniferi e farmaci. Hackett, 33 anni, è stato fotografato alcune settimane fa mentre si aggirava semi-nudo in un hotel di Melbourne alla ricerca del figlio di 4 anni. Non è il promo nuotatore che sbarella ma il rapporto che il campione australiano ha avuto con il padre non è stato semplicissimo proprio nel suo approccio allo sport. E questo probabilamnte ha  complicato cose e la sua vita. Peggio (molto peggio) ciò che è successo a Treviso dove un padre costringeva il figlio, giovane promessa del nuoto, a subire continue pressioni e allenamenti intensivi e se non vinceva erano maltrattamenti e parolacce. Non pago, gli imponeva di assumere grandi quantità di integratori proteici (ma anche creatina e aminoacidi ramificati) per migliorare le prestazioni sportive. Per farla breve è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia dopo le segnalazioni di parenti e compagni di squadra, comparso davanti al gip Silvio Maras, ha chiesto di patteggiare la pena di due anni di reclusione. Su questa storia ha voluto spendere una parola anche il premier Matteo Renzi, in visita a una scuola “penso e ci ripenso-ha scritto il premier nella sua newsletter, mi domando cosa possa scattare nella testa di un uomo per arrivare a una simile follia. Distruggere la libertà di un figlio per inseguire un proprio sogno è l’atto di egoismo più grande immaginabile”. Anche in questo caso vale una massima abbastanza diffusa : intanto non è detto che debbano tutti diventare campioni e poi comuque i genitori stiano lontani dallo sport dei loro figli che sanno cavarsela benissimo da soli. Anzi meglio