Dice il presidente del Coni Giovanni Malagò che nello sport la madre di tutte le battaglie è la scuola. Che servirebbero quattro miliardi per mettere a norma le palestre scolastiche e che il Coni potrebbe anche dare una mano a patto di avere più voce in capitolo. Tradotto credo significhi che il Coni sarebbe anche disposto a finanziare ristrutturazioni e lavori se gli fosse poi concesso di seguire più da vicino la crescita sportiva dei ragazzi. Cioè, sempre forse, se gli fosse concesso di fare scouting tra le giovani leve. Nulla di male in tutto ciò. Ma credo ci sia un vizio di partenza in questo discorso. La scuola è sicuramente la madre di tutte le battaglie per quanto riguarda lo sport. Ma perchè deve coinvolgere i ragazzi, insegnare loro la pratica sportiva, i valori che lo sport si porta appresso, la sussidiarietà dello sport e dello studio che non sono in antitesi ma anzi si integrano. La scuola deve insegnare ai ragazzi che l’educazione fisica non è un’ora “buca” dove chi vuole fa qualcosa e chi invece non ha voglia si mette in un angolo a ripassare o a fare il filo a qualche ragazzina.  L’educazione fisica è una materia fondamentale nella formazione di un ragazzo quanto greco  matematica tanto per fare due esempi. Una disciplina  che insegna ai giovani che ci si può divertire non solo davanti a una consolle, che insegna ad apprezzare la fatica, che spiega come l’allenamento sia la tappa necessaria per raggiungere ogni risultato che spiega cosa significhi far parte di una squadra e cosa sia la solidarietà. Da qui si deve partire. Questa è la madre di tutte le battaglie. Quindi bene fa il presidente Malagò a proporsi per dare una mano alla scuola con le strutture del Coni. Ma lo faccia senza chiedere nulla in cambio. Cominci a seminare per il gusto di seminare il tempo di raccogliere campioni poi verra da sè.