E’ andata. Nonostante Comune e Atm ci abbiano messo del loro per complicare le cose non dichiarando una “naturale”  domenica ecologica e facendo pagare il biglietto a tutti i 14 mila maratoneti che stamattina hanno corso a Milano, la 14 edizione della Milano city marathon è andata.  Ed è andata bene si può dire. Certo qualche disagio c’è stato, qualche insulto è volato, qualche “vaffa” è arrivato. Ma credo ci si debba rassegnare o forse ( meglio) fregarsene. L’ostilità dei milanesi che non corrono verso i maratoneti è cosa nota e, anche se negli ultimi annni, la situazione è migliorata, un po’ resta nel Dna di questa città che va sempre di corsa ma per altri motivi. Mi diverte sempre il giochino delle pagelle. Ovvio, niente di serio. Ma si fanno leggere. Un po’ come quelle della “Gazza” il lunedì dopo il campionato ai calciatori: dicono che sono inutili e poco attendibili però poi alla fine se le leggono tutti.

Il Comune 5.  Bocciatura solenne. Se Palazzo Marino dice tanto di sognare una città che corre oggi ( ma anche con la Stramilano) doveve fissare una domenica ecologica. Auto ferme almeno fino alle 14. Se non si invitano i milanesi ad andare a piedi nel giorno delle due manifetsazioni sportive di atletica più importanti della città, quando si blocca il traffico? Per la sagra del tartufo? E comunque per sognare una città che corre non basta segnare i chilometri nei parchi. Anche se è utile

Atm 5. Quattordicimila biglietti venduti (forse). Senza bisogno di far di conto non credo sia un incasso tale da far svoltare il bilancio di un’azienda. Ma tant’è. Nessuno sconto per i 60mila della Stramilano, nessuno sconto per i maratoneti. Nessun atto di cortesia. Certo, ognuno fa ciò che vuole e ci mancherebbe altro, però poi non ci vengano a dire che Milano si prepara all’Expo e che sta facendo di tutto ( e di più) per convincere venti milioni di turisti a venirci a trovare nel 2015. Oggi di stranieri in gara ce n’erano davvero parecchi e se questo è il biglietto da visita…

Suisse Milano Marathon 7. Sette perchè dopo 14 edizioni, tanti cambiamenti e qualche errore finalmente pare abbia trovato la sua definitiva identità. Però per la maratona di Milano 3.817 partecipanti sono ancora troppo pochi

Relay Marathon:  10. L’ha detto anche Linus ieri durante la presentazione. le staffette sono il cuore di questa corsa, quello che porta la maratona a spasso per la città. E oltre tredicimila iscritti sono lì a dimostrarlo. Ma non è solo un fatto di cifre: è il clima che sta attorno alle staffetteve alle zone cambio che è contagioso. Scommettiamo che il prossimo anno saranno ancora di più?

Le 135 onlus in gara: 10. Fantastiche tutte senza citarne nessuna per non far torto a nessuno. Un lavoro fantastico di organizzazione e di coreografie. Se poi ci si mette anche che raccolgono fondi per aiutare che è meno fortunato , il cerchio si chiude.

Andrea Trabuio 10. Il direttore della Milano Marathon ormai ha molti capelli bianchi e gli sta venendo bianca anche la barba. E’ il parafulmine perfetto per prendersi sulle spalle una manifestazione che qualche anno fa era una patata bollente e oggi sta diventando un bel dessert. Certo c’è da fare: e lui fa.  Ma se tre giorni prima della partenza lo avvisano che Comune e Atm non si sono messi d’accordo per i biglietti gratuiti agli atleti nulla si può. Per i miracoli non si è ancora attrezzato  

La pattuglia keniana 8. Ha  vinto Francis Kiprop con il tempo di 2 ore 8 minuti e 53 secondi  davanti al connazionale Stephen Kipkemei secondo in 2 ore 10 minuti e 41 secondi. Prima tra le donne sempre una keniota, Visiline Jepkesho che ha trionfato in  2 ore 28 minuti. Bravi come sempre, ma non bravissimi visto che correvano per frmare il record della gara. Ma ha fatto più caldo del previsto quindi un po’ vanno perdonati

Danilo Goffi 10.  Un mito. Alla sua età ( che non si dice) molti la domenica se la passano sul fiume in barca a pescare. Lui non molla mai. E’ sempre lì e continua a togliersi parecchi sfizi. Oggi ha  chiuso al sesto posto assoluto in 2h17:20 e si è laureato nuovo campione italiano assoluto ( e master) di maratona. Una bella impresa che potrebbe valergli anche il biglietto azzurro per gli europei di maratona

Tapascioni: 10. C’erano anche loro e tanti. Veloci, meno veloci, soprattutto lenti anche perchè il caldo ha tagliato le gambe a parecchi. Però mai domi, fino alla fine, fino all’ ultima goccia di sudore. Soprattutto i maratoneti, perchè al 35 vedersi sfrecciare a fianco freschi freschi gli staffettisti non è proprio un aiuto.

Ghisa ( i vigili urbani): 9. Mitici, almeno quello che ho visto io. Davanti al Palasharp a un idiota in coda con un furgone che continuava a suonare come un ossesso gli ho sentito dire: <Se non la pianti te lo sfascio ‘sto furgone…”. NOn sarà tanto politicamente corretto ma fa tanto dei nostri.

Ristoratori: 10. Intensi non come i gestori dei ristoranti della città ( che meritano scarsa la sufficienza: prezzi sempre troppo alti) ma come quei ” santi” e “sante” che stanno dietro ai banchi del 5-10- 15mo e così via. Disponibili, pazienti e solerti. Al trentesimo in piena cotta di caldo un signore a cui ho chiesto una bottiglia d’acqua me l’ha aperta e mi ha detto: ” Ehi, mi raccomando bevi a piccoli sorsi, ti vedo un po’ stanco…”

Rifornimenti: 10. Ottimi e abbandonati dall’inizio alla fine. E col caldo che faceva ce n’era davvero bisogno 

Maglia del pacco gara: 8. Per com’è ( bella) e per il tessuto tecnico ( ottimo) meriterebbe un 10 pieno.  Peccato che già nel primo pomeriggio di sabato però fossere rimaste solo le taglia small. Non sono tutti piccoli e magri

 Personal Best: 4. Il mio. Quattro ore e quaranta sono un’infinità. Mai successo. IN 32 maratone non ero mai stato sopra le 4 ore. Ma prima o poi doveva succedere anche se mi è capitato di tutto. Ma questo non non credo che importi a nessuno