Tra una settimana si corre a Boston. Ed è chairo che non sarà una maratona come le altre. Come le altre volte, almeno. Tutti, ma proprio tutti, quelli che saranno al via torneranno con la mente e con il cuore indietro di un anno. Impossibile non ricordare. E oggi Boston ha ricordato, perchè tutto accadeva oggi, esattamente un anno fa. Ore 14.49,  quasi notte in Italia. Il traguardo, le esplosioni e le immagini che non sembravano vere tanto erano assurde.   Una festa di sport che in pochi secondi diventa tutta un’altra cosa. La paura di un’altro attentato isalmico in terra americana che poi le indagini diranno che è invece solo ( solo?) la follia dei fratelli Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, di origine cecena. Sono loro a preparare una bomba artigianale, una pentola piena di esplosivo, abbandonarla tra il pubblico, provocando la morte di tre persone e il ferimento di altre 260 persone.  Oggi Boston si è fermata in memoria dei suoi morti e dei tanti mutilati, che vivono ancora con i segni di quel massacro sul proprio corpo.  Da Washington è arrivato il vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden che assieme alle autorità locali e a centinaia tra parenti delle vittime e soccorritori si sono dati appuntamento al Hynes Convention Center per una cerimonia solenne di tributo ai caduti.  Quindi un alzabandiera e un minuto di silenzio. <Boston Strong> è lo slogan che è diventata la prola d’ordine. Boston è sempre forte. Così ha detto anche il presidente Barack Obama : «Oggi, a un anno dalla tragedia, rendiamo omaggio all’incredibile coraggio di tanti bostoniani di fronte a una tragedia che lascia senza parole. Ringraziamo i vigili del fuoco, i poliziotti, i medici, ma anche i tanti cittadini che in un istante hanno mostrato di cosa è fatto lo spirito di Boston: tenacia, libertà e amore. Oggi stiamo al loro fianco. Ci continuano a ispirare e a insegnarci che dobbiamo continuare a vivere, ballare, correre ancora». Domenica si corre a Boston. Ma non sarà la solita maratona .