Storie di triathlon da Città del Capo  a San Vito Lo Capo che fa quasi rima ma in mezzo c’è un mondo. Storie di atleti azzurri, i migliori, che hanno vinto, vincono e soprattutto sperano di vincere magari tra due anni quando in gioco a Rio ci saranno le medaglie olimpiche. Storie di un fine settimana in cui si comincia a nuotare, pedalare e correre sul serio. Storie di Fontana e Fabian,  che dopo aver ritirato un Oscar in giacca e cravatta  si rimettono nei panni in cui si sentono più a loro agio. Storia di due gare, la prima in Sicilia l’altra in Sud Africa, che li ha visti protagonisti.  E così la stagione ricomincia. Daniel Fontana dopo il trionfo nell’Ironman di Los cabos pare averci preso gusto e così domina anche il Trapaniman, un medio nelle acque e sulle strade dove l’Italia finisce e dove  il sale e il sole ti arrostiscono la pelle. Primo dopo 1,9 km di nuoto, 90 km di bici e 21 di corsa. Primo davanti a Stefano Paoli e Sebastian Pedraza e primo come una splendida Martina Dogana tra  le donne. Ora nel mirino del capitano della DDs c’è il Challenge di Rimini che non è gara qualunque ma  più una rivincita con Chris McCormack dopo il testa a testa dello scorso anno.  Alesandro Fabian ha corso invece dall’altra parte del Mondo a Cape Town nella seconda prova del circuito WTS. L’azzurro dopo un inverno un po’ tribolato ed un mese di preparazione in altura in Namibia era alla prima gara della stagione. Ed è andata come doveva andare: venticinquesimo  a due minuti dal podio dopo aver lottato con i migliori per due terzi di gara. Ha tenuto botta quasi fino alla fine ma ha pagato dazio nella frazione di corsa che ha chiuso in 33’14’. Ha vinto lo spagnolo Javier Gomez  che aveva già vinto ad Auckland , davanti a J. Brownlee ed a Dimitry Polyanskiy. Un podio d’autore ma il “nostro” c’è: “Quella di oggi era la prima gara di alto livello dopo diverso tempo – ha raccontato Fabian all’arrivo – sapevo che avrei fatto fatica, sopratutto nella corsa. Tuttavia ho avuto buone sensazioni. La rincorsa verso Rio è appena cominciata…”. E allora “andiamo” come diceva Giampiero Galeazzi quando raccontava le vittorie azzurre anche se quelle erano canoe…