Tanti anni fa Adriano Panatta, un pezzo di storia del tennis azzurro, dopo un periodo infinito di infortuni e sfortune tornò a giocare una match memorabile a Flushing Meadows, negli internazionali Usa contro Jimmy Connors. Perse di un nulla ma sulla porta del suo spogliatoio qualcuno appese un bigliettino: “Adriano is back”. Un’immagine che mi torna alla mente, facendo un salto mortale dal tennis al triathlon, anche per Alessandro Degasperi, il fortissimo atleta azzurro a cui in questa prima parte del 2014 è capitato un po’ di tutto a cominciare da uno stiramento a un polpaccio e un’infiammazione al tendine d’Achille che ha compromesso buona parte della sua stagione. E proprio nell’anno in cui il “Dega”, come lo chiamano i suoi tifosi, aveva deciso di debuttare nella sfida delle sfide, cioè in un Ironman. Ma l’atleta fiemmese non ha mollato e ieri ha debuttato a Francoforte nel campionato europeo e, dopo una gara da primo attore, si è piazzato quinto. Un risultato che vale un riscatto e che è soprattutto la migliore risposta alla sfortuna che lo aveva accompagnato fino a qui. Un quinto posto che ha un peso specifico particolare visto che arriva in un campionato europeo dove al via c’erano i migliori atleti di sempre sulla distanza, campioni del calibro di Sebastian Kienle (2 volte vincitore del titolo mondiale sulla distanza IM 70.3), Frederick Van Lierde (attuale campione del mondo in carica), Jan Frodeno (campione Olimpico nel 2008), Andreas Raelert (detentore del record su distanza lunga: 7h41’33”), Ronnie Schildknecht (vincitore di 7 Ironman). Gara tiratissima quella di Francoforte. A cominciare dalla frazione di nuoto dove Degasperi si è difeso uscendo dall’acqua un po’ staccato dal gruppo dei migliori per poi cominciare a recuperare nel tratto in bici dove ha fatto segnare il terzo tempo assoluto con un media oraria di 40,13. L’ultima frazione, la maratona, ha regalato grandi colpi di scena: Kienle è sceso dalla bici con un vantaggio incredibile sul secondo, ha amministrato e si è involato al traguardo per la sua prima vittoria in un Ironman e la conquista del titolo europeo il giorno del suo 30° compleanno. Tempo finale 7h55’14”, record della manifestazione. Alle sue spalle Van Lierde che ha provato a recuperare ma ha fallito l’aggancio ed è arrivato al traguardo con il tempo di 8h00’25”. Frodeno, dopo le ripetute forature, è sceso dalla bici e ha fatto segnare nella corsa di 2h43’14” che gli ha regalato il terzo posto finale. Schildknecht, Degasperi e Plese hanno corso appaiati fino al 25 km. Poi Degasperi ha accusato qualche problema di stomaco ed è calato perdendo terreno sul duo. Ma non si è perso d’animo e, passata la crisi, è riuscito a superare al 40° Plese per conquistare la quinta piazza finale in 8h20’39”. Tempo che dopo Daniel Fontana e Danilo Palmucci, lo fa diventare il terzo italiano più veloce di sempre sulla distanza Ironman. “Ho corso una gara prudente fino a metà della frazione ciclistica- ha spiegato l’atleta del Cus Trento al traguardo- poi mi sentivo sempre meglio e, nella seconda parte di gara, sono riuscito a fare un po’ di selezione insieme a Schildknecht e Plese. Nella maratona sono partito a un ritmo che mi sembrava tranquillo rispetto a quelli a cui sono abituato nei 70.3. Ma la seconda metà è stata un calvario: muscolarmente ero a pezzi, ho dovuto calare il ritmo e, negli ultimi due km, ho stretto i denti per riconquistare la quinta piazza. Ho pagato, in questa parte di gara, la preparazione precaria dell’ultimo periodo passato a tenere a bada l’infiammazione al tendine d’achille che patisco da un po…” Ma considerando che si trattata di un debutto sulla distanza più difficile e in un campionato d’Europa si può tranquillamente dire che è un quinto posto che vale un podio. E infatti la soddisfazione c’è anche perchè questo piazzamento porta punti preziosi nel rank mondiale dove Degasperi ora è 51mo, e per la qualificazione verso Kona: “Un grazie alla mia famiglia, ai miei sponsor, alla mia squadra, ai miei amici e ai miei supporters che non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno neanche nei momenti più difficili.” E come c’era scritto sulla porta di quello spogliatoio di Flushing Meadows: “Dega is back…”