Una notizia buona e una cattiva. Cominciamo da quella che fa ben sperare: negli ultimi dieci anni ci sono un milione di atleti in più. Qualcosa si muove, quindi.  Poi però arriva quella che  potrebbe spegnere qualsiasi entusiamo: nel nostro paese ci sono oltre 24 milioni di persone completamente sedentarie. Un disastro. Sono le luci e le ombre della foto “scattata” dal nuovo centro studi del  Coni e dall’Istat, un’istantanea presentata oggi a Roma al Foro Italico con il documento «Lo Sport in Italia – Numeri e Contesto 2014».  E ciò che appare è che lo sport è un movimento dalle potenzialità enormi che trova la  spinta  nell’associazionismo e che dimostra la propria forza non solo nel medagliere olimpico: sono 92.838 le istituzioni non profit sportive (il 30,8% di quelle censite), il 61,5% in più rispetto al 2000; 6.800 quelle che hanno erogato i propri servizi a persone con disagi. Un milione di volontari, 13mila lavoratori dipendenti e 75mila lavoratori esterni, per lo più  giovani: il 23,7% under 30. Ma le associazioni e le federazioni sportive non giocano solo un ruolo “occupazionale”. Sono fondamentali nella formazione e nella crescita dei giovani e nella promozione delle discipline sportive, con evidenti ricadute positive sui rapporti soociali e sullo stato di salute della popolazione in misura direttamente proporzionale: più un popolo fa sport e meno spende in sanità.  Ma è sempre più un’Italia a due velocità che, nonostante la crescita dei praticanti sportivi (da 27,5% a 30% tra il 1999 e il 2013), ha sedentaria ben il 42% della propria popolazione. Percentuale che schizza proprio nel Mezzogiorno dove raggiunge il 52,6 per cento e ciò ( tristemente) significa che al Sud meno di una persona su due fa sport in modo abituale un po’ per difetto di cultura e molto per difetto di strutture. Ci sarebbe tanto da dire e tantissimo da meditare. Ma al momento il problema più grande e lacerante dello sport italiano è sapere perchè Conte se n’è andato dalla Juve e ora che farà. Vuoi mettere?