Dalle acque increspate  di quel ramo del lago di Lecco tanto caro al Manzoni a quelle scure del lago Michigan dove si tuffa il Root che scende dalle montagne e le rende gelate anche in estate. Due laghi, due storie. Storie  di capitani, di  vasche nuotate all’alba, di stessi chilometri pedalati in bici , di stesse corse, colori, maglie azzurre e di squadra che è poi quella della DDs di Settimo milanese. Storie che portano verso Kona dove tra qualche mese ci si giocherà il mondiale dell’Ironman e che riportano, in una afosa domenica di luglio, sul gradino più alto di un podio. Che quando arriva è sempre una bella notizia.  Storie di fatica che è anche lavoro, di successi, di sconfitte e di ripartenze. Ma anche storie di una vera amicizia . Quella tra  Daniel Fontana e Ivan Risti  che ieri correvano lontanissimi: c’era un Oceano in mezzo. L’italo- argentino  a Racine, nel Wisconsin, in un Ironman 70.3;  l’altleta di Casatenovo praticamente in casa in quel triathlon Città di Lecco che era alla tredicesima edizione e che quest’anno tornava olimpico dopo sei anni di sprint.  Due sfide e due tappe. Per Fontana un test per confermare la qualificazione verso le Hawaii, per Risti la prova generale prima dell’Aronamen che correrà domenica prossima. E andata come doveva andare. Cioè bene. Benissimo per Risti che a Lecco ha vinto come nel 2007 quando si aggiudicò su queste stesse strade il titolo italiano sulla distanza sprint. L’atleta della Dds è arrivato al traguardo in 1.52.48 davanti a Federico Incardona (1.54.36) e a Alexander Velasco (1.57.57).   Ma bene anche per Fontana che più o meno nelle stesse ore se la giocava dall’altra parte del mondo. Il capitano della Dds è arrivato quinto in 3.53.16, un buon risultato che gli permette di mantenersi nelle posizioni più calde del ranking internazionale. La vittoria è andata al canadese Lionel Sanders (3.45.55) che si è messo dietro lo statunitense Andrew Starykowicz (3.46.37) e l’australiano Peter Robertson (3.51.41).