Valeria c’è. Valeria Straneo c’è e in tanti l’aspettano ormai. Non solo le avversarie. Così non ti stupisci neanche tanto se stamattina fermandoti in un bar della val Seriana, dove stai facendo un giro in bici con due dei tuoi figli,  ti ritrovi a fare il tifo con una decina di clienti che ti immagineresti più di veder soffrire per l’Atalanta o l’AlbinoLeffe. Segno che ormai Valeria Straneo è diventata patrimonio dello sport italiano che sa che quando si corre per le medaglie c’è un’ azzurra da tenere d’occhio. E lei non delude. Neppure stamattina a Zurigo: seconda, medaglia d’argento nella maratona dei campionati europei.   «Questo è un argento che vale tanto- ha spiegato al traguardo-  non si deve mai dare nulla per scontato. Il percorso era davvero tosto, le salite si sentivano e ora ce l’ho tutte sulle gambe. Non ho da rammaricarmi di nulla sulla mia condotta di gara. L’ho vissuta come piace a me: sempre nelle posizioni di testa, anche se nella seconda salita forse non avrei dovuto assecondare troppo la croata quando l’ha messa giù pesante».  Poco importa. La Straneo dà sempre la sensazione di divertirsi in corsa, trova anche il tempo di dare il cinque a chi conosce sul percorso e comunque è sempre li davanti tra le protagoniste. Vada come vada.  «Sapevo che la Daunay era l’avversaria più temibile, mi aveva già battuta a New York e ai Mondiali di mezza maratona a Copenaghen. È una che non molla mai. Io sapevo che l’oro era lì ad un passo, ma verso il 39esimo chilometro è arrivato un crampetto al polpaccio a darmi fastidio, sentivo delle stecche pazzesche. Il crono non l’ho nemmeno guardato, poi mi sono accorta che è identico (2h25:27, ndr) a quello delle Olimpiadi di Londra dove sono arrivata ottava. È il mio secondo tempo di sempre, non l’avrei mai detto su un percorso del genere dove è venuto fuori anche il record dei Campionati” .  E ora? “Adesso ho bisogno di una bella vacanza, parto dopodomani per la Sardegna con mio marito Manlio e i miei figli Arianna e Leonardo. Un’altra maratona? Intanto devo smaltire questa, poi mi piacerebbe tornare a New York. L’anno prossimo non penso di correre i Mondiali di Pechino, vorrei prendermi una stagione di respiro». Ma conoscendola il condizionale è d’obbligo

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