Brescia, Salerno, Barletta. E finisce lì: anzi no, lì comincia. Punti, vittorie, medaglie e premi a volte non contano quando una storia di triathlon diventa una bella storia di sport. Come andrebbe fatto sempre. Come andrebbe spiegato ai ragazzi che cominciano. Come andrebbe scritto sul manuale del perfetto sportivo semmai qualcuno avesse voglia di scriverlo. Così capita che due avversari diventino amici. Capita che, al di là delle chiacchiere, due ragazzi non più tanto ragazzi, diano una bella lezione su quale sia l’esatto significato di sport amatoriale che, come direbbe l’indimenticabile Ferrini di arboriana memoria, vuol dire “amarlo” lo sport,  ” lo dice il ragionamento stesso”.  Cristian Belpedio, Aurora triathlon, salernitano , tutto mare e costiera e Daniele Arcari,  Zerotrenta triathlon,  bresciano doc  sono due mondi. Due opposti: sud e nord,  mare e montagna,  caldo e freddo, pastiera e polenta taragna. Qualche anno fa neppure si conoscevano e poi un giorno sono diventati avversari. Capita. Capita nello sport di giocarsi un primato e loro si giocavano il superank che nel triathlon è la classifica finale dei migliori atleti amatoriali. Non è una medaglia olimpica però può far gola. Vince chi fa più punti dopo un anno di gare e loro, in due,  quest’anno ne hanno fatte 78,  trentanove a testa: un’infinità. Un testa a testa finito in gloria  per tutti e due anche se alla fine il primato ha preso la strada di Salerno, ma poco conta. Un testa a testa che dopo un anno a sbracciare, rincorrersi, cercare le scie  è finito ad aspettarsi, ad aiutarsi, a sbagliare percorso tutti e due insieme, ad arrivare al traguardo  uno in spalla all’altro quando un infortunio voleva aver ragione di una sfida che era ormai diventata tutta un’ altra cosa.  Barletta è stata l’ultimo atto per un arrivo a pari merito: “Cristian mi ha aspettato al traguardo quando era sesto assoluto- racconta sulla sua pagina facebook Daniele Arcari– Mi ha dimostrato la sua enorme sportività facendomi poi il tifo durante tutta la seconda gara di sprint in cui non ha gareggiato per permettermi di raggiungerlo nelle gare fatte…”. Così è finita pari in tutto.  E il superank? “E’ stato solo un gioco per costruire e rafforzare la nostra amicizia che ormai dopo ogni gara viene “santificata” davanti ad un buon boccale di birra…” racconta Belpedio.  E da qui si riparte anche nel 2015. Avversari come prima e amici più di prima: “E’ lo sport bellezza!”