Chi dice che si potrebbe fare di più cominci a fare qualcosa. Possono un paio di vecchie scarpe portare un sorriso dove c’è poco da ridere? Regalare un piccolo sogno a chi non se lo può neppure permettere? Far felice un bimbo?  Evidentemente sì. E con questa convinzione un mese fa  è nato il progetto Katutura,   per raccoglie scarpe da running in buone condizioni da regalare ai bambini di una baraccopoli in Namibia.  L’idea  venuta al trainer azzurro del triathlon Sergio Contin e ad Alessandro Fabian durante un ritiro della nazionale in terra africana, dopo aver toccato con mano che nei quartieri periferici della capitale Windhoek c’è gente che non se la passa benissimo.  E’  l’altra faccia dello sport, quello che spesso prende coscienza che di fronte a certe realtà che forse neppure si immaginano, non si può restare con le mani in mano. E allora gli obbiettivi non sono più solo tempi, tabelle,  carichi e ripetute.  Allora si fa ciò che al momento sembra l’unica cosa che si può fare nella convinzione che molto altro poi si farà, perchè le scarpe da running sono solo l’inizio di un progetto destinato a crescere. Da lì si comincia però. Così in poco tempo prende corpo il  Katutura Project, realizzato in collaborazione con Brooks e con la Federazione Italiana Triathlon che in questi mesi raccoglierà scarpe  da corsada portare poi in Africa.  Scarpe in buone condizioni,  “scariche” per chi può permettersene di nuove ogni due mesi  ma pronte a macinare tanti altri chilometri per chi fa conti diversi. Il primo appuntamento è stato il 24 novembre a Zanè  in provincia di Vicenza. Il primo passo. E ora un altro, sabato prossimo da Affari & Sport, in via Confalonieri a Villasanta in Brianza.  Sarà un semplice allenamento, una corsa insieme, l’occasione per fare un piccolo gesto. E poi, come sempre capita, da cosa nasce cosa…