imageE’ arrivato. E neanche tanto lontano dai primi. Lo hanno fermato per più di un’ora al controllo antidoping e poi è ripartito. Un altro giro. Un’altra maratona perchè una sola non bastava. Così 42 più 42 fanno 84 chilometri filati più gli spiccioli di qualche centinaio di metri che poi sono quelli che hanno aggiunto gli inglesi nel secolo scorso perché volevano che la maratona perfetta nel giorno delle loro olimpiadi finisse davanti a Buckingham Palace. Ma ieri  a Roma la maratona perfetta è stata quella di Giorgio Calcaterra  il 42enne tassista romano  tre volte campione del mondo della 100 km e nove volte primo nella 100 chilometri del Passatore che aveva programmato di correre per due volte consecutive la 21a Maratona di Roma. Calcaterra e’ un maratoneta che vale doppio e forse anche di più per il movimento podistico italiano. Non cercava nessuna impresa. Perchè per uno come lui  due maratone filate sono quasi una formalità . E perche’ per uno come lui le imprese sono altre e forse non ha nemmeno bisogno di andarsele a cercare capace com’è di stupire con la sua timida normalità. Ce l’ha fatta. Ce l’ha fatta e non c’era dubbio. Il primo giro e’ andato in archivio in 2h34’26 per un nono posto che la dice lunga sul valore della sua corsa. Poi lo stop di un’ora per il sorteggio del controllo antidoping e via di nuovo. Stesso giro, nuova giro fino al 40mo chilometro quando ha raggiunto Eligio Lomuscio, 70enne di Barletta, uno dei senatori della maratona di Roma visto che ha corso tutte le edizioni. E a quel punto Giorgio Calcaterra ha deciso di spegnere i motori: “Ho faticato non poco per raggiungerlo – ha spiegato al traguardo il campione romano- ma ho voluto così festeggiare e onorare anche chi corre senza l’obiettivo della vittoria. È stata un’emozione straordinaria accompagnare questo maratoneta che ha 70 anni e ha compiuto un’impresa a correre la maratona…”. E in effetti di impresa si tratta. Ma non la sola. Anche se Calcaterra non lo dice infatti la sua corsa “romana” resta un bell’ exploit che va al di la’ della prestazione agonistica e del crono. E la prova che con la volontà e l’applicazione al traguardo si arriva sempre. Che, grande o piccola che sia ognuno ha la sua sfida da mettere sul piatto e che qualche volta i campioni non hanno età. Ma soprattutto non cercano scorciatoie.