Senza esagerare ma il ” ti vedo bello magro…” per chi fa sport è il migliore dei complimenti possibili. Le nonne di una volta (anche le mamme) non la pensavano esattamente così, soprattutto in Meridione. E quando un figlio o un nipote si parava di fronte un po’troppo tirato si mettevano prima le mani nei capelli e poi cercavano rimedio in cucina: “Mangia..che sei sciupato”. Tempi andati. Oggi i canoni estetici  sono altri. Siamo tutti più bilanciati, controllati, attenti e salutisti.  E soprattuto chi fa sport di fatica  a tavola non è che si concede grandi lussi. Così il ” ti vedo bello magro” è un po’ il premio a tanti sacrifici. Però c’è sempre un però, ben spiegato da una monumentale ricerca scientifica condotta dai ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine su un campione statistico 1 milione 958 mila 191 persone, tutte di “mezza età” sulle malattie neurodegenerative, secondo la quale l’eccessiva magrezza si porrebbe in diretta correlazione con un aumentato rischio di sviluppare patologie senili a carico del complesso cerebrale, morbo di Alzheimer e demenza in primis. Lo studio  mostra come una condizione fisica di sottopeso o di eccessiva magrezza esponga ai rischi connessi al naturale declino cognitivo . Lo studio condotto  il 1992 e il 2007, ha preso al vaglio le condizioni di salute complessive di un campione di soggetti di età media pari a 55 anni e osservato durante il periodo successivo la possibile insorgenza di patologie neurodegenerative, giungendo infine alla conclusione empirica che esiste un fattore di rischio maggiore del 34% per tutti i soggetti sottopeso, mentre le persone obese hanno mostrato, al contrario, unamaggior capacità di conservazione cerebrale di fronte all’incedere del tempo, con un’incidenza media pari a circa il 25%.  Ovvio che tutto ciò non è un invito ad abbuffarsi. Qualche chilo in più non è un dramma e può essere d’aiuto, troppi diventano un problema in un altro senso. Come al solito e come sempre c’è modo nelle cose