10952355_859655004078406_7908225439846594686_nCi volevano Sassari e Reggio Emilia per dare a tutti  la più bella lezione di sport degli ultimi anni. Ci voleva il basket per spiegare a tanti strateghi di tattica cosa significa l’adrenalina di una finale dove una vince e l’altra perde ma a decidere è davvero solo la sorte. Ci volevano la BancoSardegna e Grissin Bon per mettere sul piatto dei dirigenti Rai uno share da leccarsi i baffi e 1 milione e 300mila spettatori a riprova che forse non c’è solo il calcio. Ci voleva la Dinamo per far rivivere alla piccola Catlunya d’Italia la gioia e il  ricordo del Cagliari di Manlio Scopigno. Ci voleva la città del Tricolore per spiegare a tanti dirigenti di tutti gli sport cosa signifcica investire sui giovani e su un progetto che, ci si può scommettere, da queste parti il tricolore lo porterà di sicuro e nemmeno tra tanto tempo. Ci volevano Massimiliano Menetti e Meo Sacchetti per far vedere a tanti mister esagitati cosa significa giocarsi una finale, perderla o vincerla, e poi per prima cosa andarsi a cercare per salutarsi in un abbraccio. Ci voleva il pubblico di Reggio Emilia per insegnare alle curve cosa significa fare il tifo  per la propria squadra e non contro gli avversari. Ci voleva uno sport come la pallacanestro per spiegare ( in questo caso al calcio) che un fallo laterale che può decidere un campionato a 4 secondi dalla fine può essere assegnato a Sassari e subito dopo riassegnato a Reggio guardando il replay dell”azione. Senza drammi, senza giocatori che si stracciano le vesti, senza oggetti lanciati in campo, senza dibattiti di mesi in tv e sui giornali, senza insulti e senza cariche della polizia fuori dallo stadio. Ma soprattutto ci volevano i giocatori di Sassari e di Reggio per dare una lezione di sport come non si vedeva e sempre si dovrebbe vedere. Ci voleva la loro finale al cardiopalmo, le sette sfide punto su punto, i quattro tempi supplementari e l”ultima gara decisa sul filo della sirena. Ci voleva questo e poteva anche bastare. Ma loro hanno fatto di più. E i campioni d’Italia di Sassari, che prima ancora di esultare per il titolo vanno a consolare gli sconfitti di Reggio, non sono la retorica di un gesto che si deve fare. Non sono la sceneggiata per le telecamere. Chi vince rende onore al suo avversario. Dovrebbe sempre essere così. Ma ci voleva questa fantastica finale di basket per ricordarlo a tutti…