Nel 2004 ad Atene le olimpiadi costarono 12 miliardi e quella spesa fece di fatto fallire la Grecia. Nel 2005 per i Giochi invernali di Torino si spesero 5 mliardi e per ripianare un buco da 3,2 miliardi ci si affidò poi a una lotteria. Ma le ferite e un villaggio completamente abbandonato stanno lì a ricordare cosa è successo. A Pechino nel 2008 il budget fu di 32 miliardi, a Londra, quattro anni dopo, se ne spesero 11 a fronte dei 3 iniziali previsti e a Sochi  si era partiti con una previsione di spesa di 9.6 miliardi ma alla fine il conto è stato di 41. Queste, a grandi spanne, sono le spese certificate di quanto possa costare un’olimpiade. Tanto, tantissimo, spesso troppo per Paesi dalle economie traballanti. Ma non è solo un fatto economico.  Ieri  nel padiglione Italia di Expo Giovanni Malagò, presidente del Coni, insieme con Luca di Montezemolo, presidente del Comitato promotore di Roma 2024 e il sindaco della capitale Ignazio Marino hanno incassato il via libera all’unanimità di Giunta e Consiglio del Coni alla candidatura. Si va. “Da Expo parte un messaggio per Roma 2014-ha detto Malagò- Un messaggio per il sistema Paese che sa vincere”.  Ora verrà preparato un dossier per sostenere Roma olimpica e creato un comitato di garanti per garantire la massima trasparenza.  Prassi. Prassi che però si scontra e fa a pugni con tutto ciò che a Roma e nel calcio sta accadendo in qeusti mesi, dalle inchieste su Mafia Capitale al calcio scommesse. Per presentare una candidatura olimpica servono sì credenziali,  piani di sostegno economici., appoggi politici e dei governi  ma serve anche una “faccia” presentabile che in questo momento noi facciamo fatica trovare.  Il resto sono chiacchiere.