2015-08-22T021135Z_1742977252_SR1EB8M06305A_RTRMADP_3_ATHLETICS-WORLD-kqv-U43110342870537rUF-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443Ruggero c’è. C’è sempre quando oltre alle gambe e al cuore in maratona bisogna metterci la testa. E a 41 anni per restar lì con i primi a giocarsela bisogna davvero averne tanta di voglia, di volontà, di determinazione. Ruggero c’è e, nella mattina pechinese pregna di smog e di caldo , ci fa anche sognare, ci fa ritornare al dolce pomeriggio di Atene o, senza andare troppo indietro, a Zurigo quando la maratona azzurra ci fece gonfiare il petto d’orgoglio e di gioia. Ruggero c’è là davanti fino a una decina di chilometri dall’arrivo quando poi succede ciò che deve succedere perché, anche se i keniani oggi non si vedono all’orizzonte, la maratona resta ancora un affare africano. Ruggero c’è ed  quarto nella maratona mondiale che apre i mondiali di atletica di Pechino e primo degli europei. Vince l’Eritrea. E  la prima medaglia d’oro dei Campionati  va  a Ghirmay Ghebreselassie, non ancora ventenne, che ha un cognome che fa venire la pelle d’oca e che ha chiuso la gara in 2h12’27. davanti al connazionale Yemane Tsegay e all’ugandese Munyo Solomon Mutai per un podio tutto africano ma senza il Kenia, senza  quel Mark Korir che era tra i favoriti ma arriva ventiduesimo. Ruggero Pertile entra in pista  a quasi un minuto dopo (2h14’22”) ma con l’altro azzurro  Daniele Meucci, ottavo sul traguardo in 2’14″53 e costretto a fermarsi per un problema intestinale, è uno dei primi attori di questo mondiale. Sesto è Stephen Kiprotich, l’ugandese che lascia così il suo titolo mondiale ma che l’anno prossimo sarà chiamato a difendere quello olimpico vinto a Londra 2012.