11902265_1681654838722617_8308318242882065927_nAshton Eaton viene dall’Oregon ed il nuovo padrone  del decathlon. Dieci sport tutti di fila che, se si sommano ai sette che fa sua moglie Brianne ( lei argento a Pechino), fanno dieciassette e non si finisce più. E’ l’atleta perfetto, l’unico ad aver firmato un record mondiale agli ultimi campionati del mondo con 9.045 punti che sembrano solo una cifra ma in realtà sono  la prova che lui è un fenomeno.  L’aquila di Portland, come lo chiameranno tutti dopo le foto  in pista con un caschetto bianco refrigerato ben sponsorizzato,  sarebbe sicuramente piaciuto al barone Pierre De Coubertin. Il fondatore dei moderni giochi olimpici diceva infatti  che l’importante era partecipare ma diceva anche che gli atleti dovevano essere <completi>, cioè bravi in tutto, in tutte le discipline.  Corsa veloce,  lenta, lanci di giavellotto,  disco e peso salti, quasi tutte insomma….  Altri tempi.  Oggi i campioni sono tutti specializzati.  Sempre più una cosa sola, una sola disciplina. Sempre più allenamenti mirati a migliorare un solo gesto, ripetendolo al’inifinito, limando dettagli,  millimetri, decimi di secondo,  milllesimi.  E’ l’esasperazione di uno sport che, nel nostro Paese ha cominciato a diventare ciò che ‘è diventato nel Ventennio fascista. Non più  atleti completi e “mediocri”, non più atleti che “partecipavano” ma campioni di “fama consacrata” che vincevano e dove il rapporto fosse di uno a uno con le medaglie.  Era l’olimpismo come veniva declinato allora ma forse era l’ineluttabile percorso dello sport a prescindere dall’ideologia.  Doveva andare così, insomma. Vale per l’atletica ma vale per tutto. Nel calcio c’erano una volta i giocatori universali, oggi  quando si trova un difensore che sa fare il terzino e lo stopper insieme ( pardon , il centrale) si grida al miracolo. E così  nel tennis dove chi vince sulla terra rossa non vince sull’erba e sul cemento e viceversa, nel  nuoto dove Federica Pellegrini e Filippo Magnini mai nuoterebbero e vincerebbero in acque libere o nello sci dove oggi slalom e discesa sono due sport diversi.  Una delle poche discipline dove i campioni sono ancora quelli che non si specializzano forse resta il ciclismo dove la  differenza la fanno ancora quelli che vanno forte  in montagna, in pianura e a cronometro. Ma Ashton Eaton è il più compoleto degli atleti completi . A Pechino ha corso i 1500 metri in 4 minuti e 17 secondi, i 400 in 45 secondi netti, i 100 metri in  10”23 , i 110 a ostacoli in 13”69 roba da velocista puro che se si applica forse non se la gioca con i migliori ma quasi. Ha lanciato il giavellotto a 63 metri e 63 e il disco a 43,34 metri e il peso a 14 metri e 52. E per non farsi mancar nulla ha saltato 7 metri e 88 nel lungo,   2 metri e 1 centimetro in alto e 5metri e 20 con l’asta.  Una sfilza di tempi e misure che danno la dimensione esatta di un atleta di un metro e 85 centimetrii per 84 chili potente come una Harley-Davidson ed elegante come una Rolls-Royce che gli americani hanno già fatto diventare il loro nuovo supereroe. Un superman a stelle e strisce capace capace di andar forte dappertutto,  di saltare, di lanciare e anche di fare un ottimo caffè, da vero esperto di aromi  e miscele. Così insieme alle medaglie d’oro colleziona caffettiere. Ma non la Moka che non ama e che non usa. E così anche l’atleta perfetto un piccolo difetto ce l’ha. E meno male.

 

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