Fabio-Aru-Giro-dItalia-Ufficio-stampaFabio Aru va. Eccome se va. Si mettte la maglia rossa segno del primato della Vuelta nonostante l’Astana. Non è “tappa e maglia” perchè il tappone lo vince il suo compagno di squadra Michel Landa che lo precede di poco più di un minuto.  E così finisce in trionfo primo e secondo. Ma quello che è andato in scena oggi sulle montagne spagnole è l’ennesimo pasticcio tattico dello squadrone Kazako. Questa volta vale il detto che chi vince non ha sempre ragione perchè se oggi Landa avesse dato una mano ad Aru negli ultimi quattro chilometri anzichè continuare da solo, probabilmente il campioncino sardo avrebbe messo un’ipoteca definitiva sulla vittoria finale. Più di quella che mette lo stesso perchè se continua a pedalare così sarà davvero dura batterlo.  L’undicesima tappa ella Vuelta a Espana è stata la temuta Andorra la Vella-Cortals d’Encamp, di 138 chilometri, con ben 3 Gran Premi della Montagna di primo grado all’inizio, seguiti dall’aspro Coll de la Gallina e dal ripidissimo arrivo  di 9 km con pendenza media del 9 per cento. A complicare il tutto ci si è messa anche la pioggia. Così sono saltati in parecchi sulle cime dei Pirenei. A cominciare da Chris Froome (Sky), dominatore del Tour de France, caduto in avvio di frazione e in ritardo rispetto ai migliori di circa otto minuti. Dopo Landa e Aru gli altri sono arrivati un po’ tutti alla spicciolata. E a fare esplodere la tappa è stato proprio l’attacco del giovane sardo a sette chilometri dall’arrivo. Hanno provato a rispondere lo spagnolo Joaquim »Purito« Rodriguez (Katusha), l’olandese Tom Dumoulin (Giant Alpecin) e il colombiano Esteban Chaves (Orica GreenEdge). Si sono invece staccati quasi subito i due leader della Movistar, il colombiano Nairo Quintana (influenzato) e lo spagnolo Alejandro Valverde. Il resto è la cronaca di una tappa tatticamente gestita così e così dall’Astana. Che vince la tappa e prende la maglia. Ma forse poteva farlo meglio…

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