imagesEl Diablo si fa in tre. Ci prova almeno. Il prossimo 16 aprile Claudio Chiappucci si tufferà infatti nelle acque di Baia Chia in Sardegna per il Laguna Half Triathlon, un <mezzo> tra i più belli in Italia che apre di fatto la stagione agonistica. Per lui,  che ha scritto un pezzo della storia del ciclismo, che ha vinto Milano Sanremo, tappe al Giro e al Tour, che è stato maglia gialla fino all’ultimo giorno battuto solo nella crono finale dall’americano  Greg lemond, si tratta di una prima assoluta. Non sarà solo una sfida con se stesso, che a 53 anni resta comunque una bella sfida. Dovrà vedersela con Migidio Bourifa, 5 volte campione italiano di maratona e di 7 anni più giovane di lui,  che sarà la’ltro protagonista di The finisher, il reality di Bik channel sul triathlon in onda in questi giorni. El Diablo paure non ne ha, un po’ di incoscienza forse. Non farà gare prima ma debutterà subito sulla distanza lunga. Punto debole? Ovviamente il nuoto. Punto di forza? Non serve neanche dirlo. “Il problema è mettere tutto assieme- come dice lui -perchè il triathlòon mi sembra un grande ambaradan…”

 

 Lei ha appena compiuto 53 anni, chi glielo fa fare di rimettersi in bici a pedalare?
«Guardi che io dalla bici non sono mai sceso…»
Sì certo però Giro, Tour erano un’altra vita
«Ovvio. Però tra alti e bassi ho sempre continuato a correre e ad allenarmi. Qualche hanno fa ho corso anche una maratona nel deserto di 100 chilometri e la bici mi è rimasta dentro»
Ora però deve riprende a fare sul serio?
«Vedremo…»
C’è poco da vedere, un mezzo Ironman è una cosa seria: bisogna nuotare per quasi 2 chilometri, perdalare per 90 e alla fine correre 21 chilometri
«Sì, lo so, me l’hanno detto…»
E ci ha già provato?
«Assolutamente no. Ci proverò il 16 aprile in Sardegna, il giorno del Chia laguna Half triathlon…»
Col nuoto come va?
«Abbastanza male, grazie…»
Cioè?
«Io ho sempre nuotato solo al mare, in vacanza. Ora con il mio allenatore Fabio Vedana stiamo cercando di fare un discorso più tecnico. E non è facile»
Nel tratto in bicicletta invece non ci saranno problemi?
«Invece no. Correre una tappa dal Tour, un Lombardia, fare un allenamento anche di 200 chilometri è una cosa. Devi pensare solo a far quello. Un triathlon è completamente diverso. Devi mettere tre cose insieme, tre gesti sportivi. La difficoltà è quella»
Lei sa che la sfida della fiction che va in onda su Bike Channel è con Migidio Bourifa?
«Sì certo. Lui parte avvantaggiato però…»
Perchè?
“Perchè è molto più giovane di me e ha spesso di correre da poco. Io invece ho smesso di gareggiare 15 anni fa. E fa differenza»
Quindi parte battuto…
«Non scherziamo, non ho mai pensato una cosa simile in vita mia. Io non faccio la gara su di lui. Cerco di fare al meglio possibile la mia. Credo che nessuno di noi due sa esattamente cosa gli aspetti. Però è bello così. Sarà dura. A nuoto nessuno sa come andremo, in bici forse lo batto ma poi lui mi prende di corsa. Faremo i conti alla fine…»
C’è qualcosa di cui ha paura?
«No. Forse di fare confusione nelle zone di cambio quando si arriva dal nuoto e si parte in bici e quando si lascia la bici per cominciare la corsa…Lì mi incasino abbastanza».
Per il resto è tranquillo…
«Beh insomma, non è la prima gara che faccio…L’unica cosa che un po’ mi di tensione è che devo mettere tre cose insieme. Mi ci devo abituare»
Deve capire cos’è il triathlon
“Sì, esatto. Ma ripeto sarà soprattutto una sfida con me stesso, mi basta arrivare e divertirmi. Non sono più un professionista che deve per forza arrivare davanti»
Ma l’idea di far tre sport insieme le piace?
«Glielo dico quando arrivo alla fine di questa storia anche se la Sardegna e Chia Laguna dove correremo sono un posto che farebbero innamorare chiunque»
Quindi magari continua…
«Deciderò quando questo ambaradan sarà finito. Quando arriverò al traguardo»
E se scocca la scintilla?
«Mi prenoto per i mondiali alle Hawaii»

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