Si è accasciato a pochi metri dal traguardo. E c’è stato poco da fare. Immediati i soccorsi, immediata anche la corsa al Fatebenefratelli ma quando l’ambulanza ha varcato le soglie dell’ospedale e l’uomo era già in asistolia. Così per un ragazzo milanese di 29 anni che stamattina era tra i 6800 atleti al via dell 41ma Stramilano non c’è stato nulla da fare. Domenica scorsa era successo a Brescia, ma il runner colpito da un attacco cardiaco era stato salvato da due soccorritori che stavano correndo al suo fianco e che sono riusciti a tenerlo in vita. Stamattina non è andata così purtroppo. E così un po’ si riapre il dibattito sulla sicurezza delle maratone, delle mezze maratone.  Fino a che punto val la pena di osare? Fino a che punto si deve correre, allenarsi, faticare? Qual è è il limite da non superare, quale il margine di sicurezza?  Io credo che ci sia una linea rossa precisa e ben tracciata al di là dei controlli medici.  Una linea che ha un nome e un cognome, un cuore, un cervello, dettata dal buon senso, dal divertimento, dalla consapevolezza dei propri limiti e del proprio talento. Ma non sempre è una linea certa. Facciamo tutti i conti con una passione che ha nella sfida la sua essenza ma che in tutti questi anni mi ha anche insegnato che è dignitoso anche perdere, non superarsi, rallentare , ritirarsi o fermarsi. E il resto la lasciamo nelle mani del destino.