vivicitta rebibbia - Antonio Marcello-9335-kRSB-U1104277096110r-620x349@Gazzetta-Web_articolo«Difficoltà con i detenuti? Nessuna, anzi. L’unica vera difficoltà sono i fondi perchè queste attività un costo ce l’hanno. Anche se devo ammettere che Regione e Comune ci aiutano parecchio sia per quanto riguarda il carcere di Opera e Bollate, sia per il Beccaria…». Michele Manno, presidente del comitato milanese della Uisp, l’Unione italiana sport per tutti, fa un po’ il bilancio della «Settimana dello sport in carcere» che si è conclusa domenica. Ed è un bilancio più che positivo se si considera che sono più di 500 gli sportivi detenuti delle carceri milanesi e oltre un migliaio i detenuti coinvolti in questa manifestazione con tornei di calcio, gare di atletica, tornei di tennis e attività in palestra. Sfida nelle sfida perchè è ovvio che lo sport in carcere è tante altre cose insieme: «Certo è un’opportunità importante per il benessere psicofisico dei detenuti- spiega Manno– ma anche un momento importante per scaricare le tensioni e per favorire l’aggregazione. anche perchè molto spesso le attività sportive coinvolgono anche le guardie penitenziarie». E così nei giorni scorsi in Italia e a Milano nelle carceri di Opera, Bollate e al Beccaria si sono svolte gare di atletica, mezze maratone, tornei di calcio e anche di tennis coordinati dagli istruttori della Usip e e dai giudici di gara delle varie Federazioni. «Sono 26 anni che facciamo sport nelle carceri – spiega Renata Ferraroni, responsabile del progetto carceri della Uisp – Quest’anno gli istituti penitenziari coinvolti nell’iniziativa sono 26 in tutta Italia, ma il nostro lavoro non si ferma certo a questa settimana, siamo attivi tutto l’anno per quanto ci è possibile, perché lo sport è un diritto di tutti, nessuno escluso». Le gare podistiche sono parte del progetto Uisp Vivicittà, iniziativa che coinvolge 43 città in tutta Italia e 18 nel mondo, oltre a 26 istituti penitenziari. Ma l’idea di portare lo sport in carcere per una settimana segue un’inziativa analoga che la Lombardia ha già sperimentato con «oltre il Muro», porte aperte alla speranza che ha coinvolto i 14 istituti di detenzione della Regione. Lo sport strumento perfetto per trasmettere i valori fondamentali del vivere civile, il rispetto delle regole con l’unico limite di dover coniugare l’attività sportiva con le disposizioni delle carceri e le misure di sicurezza. Di questo e di altro si parlato a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, in un un incontro, aperto a tutti, dedicato allo sport in carcere che ha visto tra i relatori alcuni rappresentanti della Polizia penitenziaria lombarda, Luigi Pagano, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Antonio Iannetta, direttore Uisp Milano, Antonio Rossi, assessore regionale allo Sport, Fabio Pizzul consigliere regionale del Pd e Lucia Castellano, Dirigente generale dell’Amministrazione penitenziaria. Perchè lo sport fa bene sempre, ma in carcere forse un po’ di più…

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