martiDa Chia a Venezia via Rimini, senza fermate. Un bel treno che va veloce dall’Half di Chia Laguna  al Challenge di Rimini e poi a quello full di Venezia che si corre dalle sue parti. Un viaggio che porterà Martina Dogana all’europeo di lungo a fine luglio a Poznan in Polonia che comincia nel migliore dei modi. Perchè come si dice spesso chi ben comincia è a metà dell’opera ma soprattutto perchè la  Martina Dogana vista ieri nel sud della Sardegna  anche se  come dice lei “le gambe erano quelle che erano perchè  siamo all’inizio della stagione…” non ha mai dato la sensazione di essere in difficoltà: “Beh sì forse un po’ all’inizio in mare – spiega -perchè c’erano onde difficili da affrontare verso la prima boa e correnti che che ti spingevano indietro nel tratto verso riva. Ma valeva per tutti…”. Però poi è andata come doveva andare. Come va spesso: prima in 4 ore e 41 minuti. “La parte in bici era bellissima ma abbastanza complicata- racconta- Bisognava saper guidare e usare bene il cambio ma non ci sono state difficoltà anche perchè il vento ci ha risparmiato. Nella corsa invece cominciato con l’idea di controllare ma poi quando ho visto che Elisabetta Curridori stava recuperando ho dovuto accelerare. Mi ha sorpreso Federica de Nicola, che non conoscevo. Ma è giovane, va forte e soprattutto ha una bella testa…”.  E Chia va in archivio con un’ altra vittoria. Un’altra dopo l’Ironman di Nizza, di Vichy, dopo il trionfo di Pescara tanto per citarne alcuni. Per un’atleta che in 23 anni di triathlon ha visto cambiare questo sport sempre più griffato e tecnologico e ha scritto un bel pezzetto della storia azzurra. ” A dire il vero ho cominciato con l’atletica- racconta- Perchè mamma e papà sono sempre stati grandi sportivi e quindi per me è stato abbastanza naturale fare sport. Un’impronta fondamentale, forse un pizzico di Dna che ha segnato tante altre mie abitudini come ad esempio quella della sana alimentazione: non seguo diete, neppure prima delle gare, mangio in modo equilibrato come mi ha insegnato mio padre che tra l’altro è anche medico”. E la normalità e la tranquillità con cui Martina Dogana si racconta  sono forse il segreto di una longevità sportiva che l’ha portata a scrivere una storia che non è ancora finita: “Quest’anno è un anno importante- racconta- con CyLaser team di Schio abbiamo avviato un nuovo progetto in cui credo e che completa la collaborazione che ormai da un anno e mezzo ho iniziato con Edit Niederfriniger.  E’ stata la mia avversaria fino a qualche anno fa ed ora è il mio coach, credo che meglio di lei non mi conosca nessuno sa quali sono le mieie caratteristiche e anche i miei punti deboli”. E così la stagione 2016 guarda all’Europeo di lungo in Polonia che resta un obbiettivo ma non l’unico. “Tra qualche settimane correrò il Challenge a Rimini, poi i campionati Italiani di Lovere e poi proverò il full Challenge a Venezia...”. Una sfida quasi obbligata perchè per Martina Dogana, che vive e lavora a Schio come istruttrice di nuoto, è come correre in casa: “Vero, è proprio così- sorride- infatti ho dato appuntamento a tutti i miei familiari e ai miei amici perchè il 5 giugno vengano a fare il tifo. E poi mi affascina il tratto in nuoto che parte dall’Università di Ca’Foscari”.  Il tracciato di bici non lo conosce ancora ma presto lo andrà a provare con Massimo Cigana e Alberto Casadei che sono di Mestre e conoscono anche le crepe di quei tratti di asfalto. “La corsa mi hanno detto invece che sarà al Parco di San Giuliano- spiega- e so di cosa si tratta perchè in un certo  senso là mi sento a casa mia.  Ci manca solo che facciano una conferenza stampa di presentazione in veneto…Sarebbe perfetto”

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