Oggi e domani torna a Milano il Cyclopride, la grande pedalata collettiva giunta alla sua quarta edizione che  lo scorso anno ha portato sulle strade della città oltre 35mila ciclisti. «Un giro in bicicletta in città, lungo un percorso protetto e senza automobili per affermare una mobilità più dolce e sostenibile – spiegano sul sito gli organizzatori- Adatta a ogni gamba, ai bambini, alle mamme, a famiglie, singles, pensionati, rappers e tanti altri ancora…». Ovviamente Cyclopride non è solo una pedalata. Non sono solo due giorni dove, nel villaggio di  piazza del Cannone, ci saranno  incontri sulla sicurezza stradale, esibizioni di acrobati su 2 ruote, workshop sulla manutenzione e riparazione di biciclette, performance live di street artist, esposizioni delle bici più matte del mondo, laboratori per bambini, animazioni per chi pedala da solo, in compagnia o con il proprio amico a quattro zampe. Cyclopride è molto di più perchè, con la pedalata che partirà  domani alle 10.45 e attraverserà la città dopo un giro di una ventina di chilometri, si vuole celebrare e promuovere la bicicletta come mezzo di trasporto e non solo come mezzo di divertimento. E il punto è proprio questo.  Ognuno in bici è libero di fare ciò che vuole. Divertirsi, allenarsi, far gare, muoversi, lavorare.  C’è anche chi in bici è convinto di salvare il mondo, ma questo è un altro discorso. In realtà la bici non ha bisogno di etichette. La bici va da sola, indipendentemente da chi si metta in sella a pedalare. Non ha colori ne tessere politiche. La bicicletta, usando una sintesi che forse a molti non piacerà, è furba, furbissima. Ed è furbo è chi la usa. Perchè nel caos sistematico delle città è il mezzo più veloce, perchè pedalando te ne freghi di Area C, di divieti di sosta, di telecamere in agguato, perchè il tragitto casa lavoro non diventa fattore di stress ma di svago, perchè pedalare un’oretta al giorno fa bene, perchè non c’è bisogno i fermarsi da benzinaio a far gasolio, perchè non si pagano bolli, tasse e gabelle varie, perchè non c’è il problema del parcheggio. Può bastare? Il Cyclopride domani, senza bisogno di sbandierarle, racconterà a Milano tutte queste cose. Al di là delle inutili guerre ciclisti contro automobilisti, pedoni contro ciclisti, pedoni-automobilisti-motociclisti contro ciclisti. Inutili perchè la mobilità sono tutte queste cose insieme con le regole che fissano il gioco e perchè spesso tutti noi siamo gli uni o gli altri in momenti diversi della giornata.  Ma Cyclopride sarà orgoglio ciclistico perchè, anche quest’anno,  si lega a Cbm Italia onlus, una delle più grandi organizzazioni umanitarie internazionali impegnata nella prevenzione e cura della cecità e disabilità nei Paesi del Sud del mondo, che aprirà la pedalata di domenica insieme alle allieve di Mamme in Bici, la scuola di bicicletta per le donne di ogni Paese. E la differenza è anche questa. Perchè ci si muove quasi sempre per se stessi in modo frettoloso e isterico ma pedalando si riesce anche a dare una mano a chi ne ha bisogno…

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