sagaSvizzera, Francia, Repubblica Ceca e anche Italia:  Nino Schurter, Julien Absalon, Jaroslav Kulhavy, Marco Aurelio Fontana . Se uno dovesse fare dei nomi per dire chi è il favorito nella gara di mountainbike che si correrà domani ai Giochi di Rio partirebbe da qui. Ma dell’allegra brigata che si giocherà le medaglia farà parte anche  Peter Sagan,  il campione del mondo su strada che spiazzando tutti alle olimpiadi ha scelto di tornare in sella a una mtb: “Troppo dura per me la gara su strada- aveva detto a gennaio- Meglio puntare sulla mtb…”. E così è stato.  E’ tornato al vecchio amore, da dove tutto era cominciato ma che ormai è una storia chiusa da quasi otto anni, anche se poi il campione del mondo di Richmond sulla mtb ha sempre continuato ad allenarsi e a Rio non arriva per fare la comparsa: “Non so qui per perdere- ha detto presentando la sua gara- certo se perdo non mi abbatto, se vinco è una gran cosa…” In realtà nessuno sa esattamente cosa potrà combinare alle 17.30 ora italiana quando sarà dato il via. Non lo sanno i suoi avversari, specialisti di assoluto valore a cui non sarà facile anche per un fenomeno come lo slovacco rubare la scena, e non lo sa lui: “Cosa posso fare? Partire forte e continuare a pedalare ancora più forte“.  Ovvio, ma non come sembra. Perchè sui 4.8 km, del tracciato olimpico di Deodoro, costruito appositamente per i Giochi su disegno di  Nick Floros, responsabile anche dell’evento  di Londra quattro anni fa, non sarà semplice superare. E Sagan parte dietro.  Un tracciato tecnico, con salite e discese, con un rock garden che anche oggi nella gara delle donne vinta dalla svedese Jenny Rissveds davanti alla polacca Maja Wlosczowska e alla canadese Catharine Pendrel, farà la differenza. Sagan c’è . C’è sempre quando ci sono le gare che contano. Ma stavolta gioca fuori casa e non è detto che riesca a fare il fenomeno che è. Anche se da uno che in mtb nel 2008 ha vinto il mondiale juniores  e poi si è messo a pedalare in strada dove ha già scritto la storia, c’è da aspettarsi di tutto. Intanto però un merito enorme Sagan già ce l’ha. Grazie a lui, senza togliere meriti a tutti i campioni che correranno domani,  la gara di mountainbike olimpica è diventata l’ evento che nessuno osava immaginare. E il mondo delle ruote grasse ( se è furbo) ringrazia…