Asma e  sport. Rapporto spesso stretto, spesso difficile, soprattutto nei bimbi. Nelle grandi città, a cominciare da Milano, le patologie asmatiche nei piccoli sono in costante aumento perchè la qualità dell’aria è quella che è e polveri sottili, pm10 e inquinanti sono nemici veri. Il dato italiano generale spiega che soffre di disturbi asmatici tra il  5 e il 10% della popolazione pediatrica che, al di là, della variabaile della forbice, non è una percentuale bassa perchè costantemente in crescita. L’asma è una patologia che complica la vita di tutti i giorni e fino a poco tempo fa si pesava complicasse in maniera definitiva anche la possibilità di fare sport. In realtà non è proprio così.  Se tenuti sotto controllo i disturbi asmatici non precludono l’attività sportiva neppure  a livello agonistico.  Anzi.  L’attività fisica migliora l’efficienza cardiorespiratoria e previene l’insorgenza di sovrappeso o obesità, ansie e paure dei genitori non dovrebbero porre inutili limitazioni alla pratica sportiva perché il vero rischio per la salute è rappresentato dalla sedentarietà, avvertono gli specialistici della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica Siaip. “Sovrappeso e obesità purtroppo registrano percentuali importanti tra i bambini asmatici- spiega la presidente Siaip Marzia Duse, direttore del Servizio di immunologia e allergologia pediatrica dell’Università Sapienza’ di Roma- Questi fattori, da un lato, possono aggravare la sintomatologia dell’asma e, dall’altro lato, possono predisporre all’insorgenza di malattie dell’età adulta, quali diabete, osteoporosi, rischi cardiovascolari e asma stessa”.  Quindi la pratica sportiva nei soggetti asmatici, con i giusti controlli e le giuste precauzioni non solo è possibili ma addirittura consigliata perchè migliorando la condizione fisica generale dei ragazzi facilita poi le cure ” I bambini asmatici possono praticare la maggior parte degli sport – spiega Giancarlo Tancredi, responsabile del Servizio di Medicina dello Sport del Dipartimento di Pediatria della Sapienza – La regola più importante rispettare le attitudini e le inclinazioni dei bambini . In generale sono sconsigliati solo gli sport estremi, in cui il bambino o l’adolescente può essere soccorso con difficoltà come possono essere le immersioni le immersioni subacquee in profondità. L’aspetto più importante da considerare è che l’asma deve essere tenuta sotto controllo”. Si allo sport quindi facendo attenzione solo a rispettare alcune regole cominciando dalla terapia prescritta del medico per tenere sempre sotto controllo l’asma. E sempre opportuna poi una fase di riscaldamento precedente l’attività fisica ed è preferibile la respirazione attraverso il naso, perché riduce il contatto con gli allergeni. L’attività sportiva va praticata in ambienti poco inquinati e con bassi livelli di concentrazione allergenica (acari, pollini), vanno evitate le fasce orarie più calde anche per la presenza di ozono e le discipline sportive che si svolgono in situazioni ambientali sfavorevoli come ad esempio l’esposizione ad aria fredda e secca, gli  sport estremi e immersioni subacquee. Infine, molto importante, non si deve praticare attività sportiva in presenza di sintomi come tosse, sibili, affanno e durante la crisi d’asma.

ASMA E SPORT, I FALSI MITI
1) Falso che i bambini asmatici possono praticare solo il nuoto . E’ una credenza che appartiene al passato. I bambini asmatici possono praticare la maggior parte degli sport anche a livello agonistico. Sono sconsigliati gli sport estremi.

2) Falso che i  bambini asmatici non possano fare sport a livello agonistico. Un bambino asmatico può praticare attività fisica a livello agonistico previa valutazione funzionale e certificazione del medico dello sport. Basti pensare al nuotatore Mark Spitz (sette medaglie d’oro alle olimpiadi di Monaco di Baviera nel 1972), o all’atleta etiope Haile Gebrselassie, recordman mondiale per la maratona a Berlino nel 2007 e vincitore di sei medaglie d’oro.

3) Falso che lo sport provochi asma da sforzo. L’attività fisica può scatenare l’asma da sforzo (tosse, sibili, affanno, senso di costrizione al torace) e può far pensare ai genitori che il bambino asmatico non debba fare sport. In realtà, questa condizione è un indice di uno scarso controllo dell’asma. Per questi motivi lo sport si può svolgere dopo aver prescritto una corretta terapia per l’asma e l’asma sia sotto controllo.

4) Falso che il cloro  delle piscine aggravi i sintomi dell’asma. Benché alcuni studi condotti su nuotatori di élite e operatori delle piscine abbiano rilevato che il cloro contenuto nelle piscine può aumentare l’iperreattività bronchiale ed il rischio di asma, una revisione sistematica della letteratura indica che il nuoto è ben tollerato nei bambini e negli adolescenti con asma stabile, migliora la funzionalità respiratoria e la fitness cardiopolmonare.

5) Falso che i farmaci per la terapia dell’asma, salbutamolo e corticosteroidi per via inalatoria (CSI), siano doping.  Negli atleti asmatici il salbutamolo somministrato per via inalatoria fino ad un dosaggio giornaliero di 1600 mcg ed i CSI non costituisce doping. È vietato l’uso degli stessi farmaci per via sistemica o dosaggio elevato.