fedeC’è una Fede che non molla e che sta già pensando di nuotare anche ai Giochi di Tokio e ce n’è un’altra che, fatte le proporzioni, tra poco più di una settimana volerà alle Hawaii a Kona per correre la finale del campionato mondiale di Ironman. Una gara «monstre», durissima dove bisogna nuotare nell’Oceano per quasi 4 chilometri, pedalare per 180 e alla fine correre i 42 km e 195 metri della maratona. E a quelle latitudini si aggiungono caldo, umidità e salite. Però è la gara mito, la più ambita e sognata dai triatleti dove partecipa solo i più forti, solo chi si qualifica. E non sono tanti. Federica de Nicola, 23 anni, atleta della Dds di Settimo Milanese stessa vasca da cui anni fa è passata la Pellegrini però, oltre a nuotare, corre e pedala dividendo la sua passione con il tirocinio di Medicina al San Raffale, dove è al quarto anno con tutti gli esami fatti: «Venerdì prima di partire per i mondiali devo dare ematologia- racconta un po’ preoccupata- ma è un esame piccolo, si può fare…». Durante l’anno però sono sveglie all’alba per andare a nuotare, corse in motorino con i capelli bagnati verso il San Raffaele, allenamenti pomeridiani e studio: «La sera alle dieci e mezzo crollo- racconta- Sport, tirocinio e studio mi hanno fatto diventare davvero poco mondana. E i miei amici capiscono e quindi non insistono neanche più per farmi uscire la sera». La passione del triathlon scatta tre anni fa quando per scommessa decide di iscriversi con il fidanzato ad un mezzo Ironman in Svizzera, distanze dimezzate, ma pur sempre un gara difficile: «Sì, quasi un gioco- ricorda- Che poi ho fatto da sola perchè il mio fidanzato si era infortunato. Tutto improvvisato con un bici comprata usata che non era neppure della mia misura e senza la muta per nuotare che infatti avevo noleggiato poche ora prima di partire. Però mi sono divertita un mondo». E così scatta la scintilla e si comincia fare sul serio. L’anno dopo in Austria, a Zell am See, la De Nicola arriva sesta della sua categoria nel campionato del mondo e così finisce sotto le «cure» di Fabio Vedana alla DDs di Settimo milanese, uno dei più importanti tecnici di triathlon in circolazione: «All’inizio durante i camp a Predazzo si metteva le mani nei capelli- racconta la De Nicola- Oltre a dirmi che non sapevo andare in bici mi ha cambiato completamente il modo di correre. E ho cominciato a migliorare». Da un anno all’altro arriva il primo Ironman completo a Cozumel in Messico che finisce in 10 ore e 51 minuti e le vale la qualificazione per la finale mondiale di Kona e poi quello di Nizza in 10 ore e 18 minuti. «Le Hawaii sono un sogno da cui mi devo ancora svegliare- spiega- Che gara sarà non lo so. Mi hanno spiegato in tanti che il momento più duro sarà il passaggio della maratona all’Energy Lab, zona caldissima. Ma preferisco non pensarci anche se io sono molto agonista quindi spero di far bene». A fare il tifo per l’aspirante dottoressa saranno in tanti. Amici, medici del San Raffale e compagni di università che durante l’anno fanno di tutto per darle una mano a lezione. «Con me ci sarà anche mia mamma che è la mia prima tifosa- racconta- Mio padre invece farà il tifo da qui. Non ha ancora ben capito che sport faccio ma è già un passo avanti. Qualche anno fa pensava solo che stessi perdendo tempo…»

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