danielE due. Dopo Los Cobos in Messico Daniel Fontana vince l’Ironman di Taiwan.  E non è solo una vittoria. E’ una liberazione, un riscatto, la voglia di dimostrare soprattutto a stesso che c’è ancora tanto da dire, che la sfortuna non è un nemico invincibile, che la determinazione è il più formidabile dei combustibili. Due anni  ma c’è quasi una vita in mezzo, c’è il timore di non farcela, di dover fare scelte, di prendere decisioni finali, c’è un storia tutta da raccontare come il romanzo che l’azzurro della Dds di Settimo Milanese  scrive ogni volta che gareggia. Due anni di tendini, radiografie e interventi chirurgici, di riprese lente, di nuove fermate e ripartenze. Due anni avanti adagio a fari spenti, come solo un campione tenace poteva fare, riavvolgendo il nastro di una grande carriera che rischiava di essere messa in discussione. “È una vittoria cercata da quasi due stagioni- racconta al traguardo-  Due anni difficilissimi nei quali i problemi non sono mancati. Concentrazione, lavoro duro e il sostegno di tutte le persone che mi sono state vicine e delle aziende che mi appoggiano, hanno fatto la differenza tra mollare ed essere ancora qui a mettere al collo una medaglia così importante”. Otto ore, 38 minuti e 29 secondi per un bis dove il tempo non conta e che è più azzurro che mai, che è il premio alla volontà di un atleta forte ma soprattutto di un uomo maturo che in questo ultimo anno si è allenato, ha corso e non ha avuto paura di confrontarsi con i più forti anche a rischio di brutte figure. Era quella la strada. Perchè alla fine i conti tornano quasi sempre. E non era semplice. Non è mai semplice. Nelle isole di Formosa, dopo un nuoto  con un passaggio centrale sulla spiaggia di Shi Li Beach, c’erano da fare i conti con le raffiche di vento, con i monsoni  violentissimi che spazzano i ponti che collegano le isole e che hanno spinto gli organizzatori a vietare le ruote lenticolari. Poi nella corsa il rischio era quello di pagare un conto salato al caldo e all’umidità. Fontana ha ricomposto il mosaico di una gara difficile con la classe che serviva. Spazzando via i dubbi:  “In me restano ancora alcune incertezze – aveva detto alla vigilia-  Credo si tratti sostanzialmente di una desuetudine alla distanza data dalla lunga lontananza da gare di questo tipo.  Sono qui a Taiwan proprio per cancellare queste ultime esitazioni…” . Missione compiuta, Daniel è tornato…

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