unnamedErnesto Colnago ha sempre avuto un debole per Beppe Saronni.  “Sì, per me è stato il migliore- mi confidò tempo fa in un’intervista per il Giornale-  Era fortissimo dappertutto: in pianura, in volata, in salita. Ma soprattutto aveva una testa fantastica e lo dimostra ancora oggi….”. Beppe e l’Ernesto, due modi di scrivere la storia del ciclismo. O forse lo stesso, quello dei grandi. Beppe e l’Ernesto, intesa a prima vista. Insieme hanno vinto, emozionato, commosso. Colnago ha rivoluzionato il mondo della bicicletta con i suoi colpi di genio. Saronni ha conquistato le più belle vittorie in sella alle bici col trifoglio, indimenticabile la “fucilata” che gli valse nel 1982 il titolo mondiale a Goodwood. Poi le strade si sono fraternamente divise. Colnago ha continuato a stupire il mondo delle due ruote lanciando il carbonio (poi adottato da tutti) per la costruzione dei telai e molto altro, Saronni si è trasformato in manager capace e vincente. Sono passati più di quarant’anni da quando Ernesto Colnago e Giuseppe Saronni hanno visto per la prima volta intrecciarsi i loro destini. Ed ora i due si ritrovano. Il World Tour 2017 avrà una formazione, l’attuale Lampre che gareggerà con licenza cinese come TJ Sport Consultation, che correrà con biciclette Colnago: l’accordo è stato siglato nei giorni scorsi e la squadra che sarà composta tra gli altri da Rui Costa, Ganna, Modolo e Ulissi pedalerà per quattro stagioni sulle bici costruite a Cavenago. Ed è una bella notizia perchè Colnago e Saronni rappresentano oggi un Paese che nel ciclismo ha fatto la storia e ha ancora possibilità di scrivere pagine importanti.  Così Colnago torna tra le squadre del World Tour. Torna per dopo aver dato le sue bici ad oltre 100 tema professionistici. Dopo ottomila vittorie. Dopo il record dell’ora di Mercx nel 1972 a Città del Messico. Dopo aver messo in sella campioni come Magni, Nencini, Motta, Saronni, Bugno, Freire, Museeuw, Rominger, Tonkov, Ballerini, Zabel e Petacchi. Torna per continuare a scrivere la storia. Perchè, come dice l’Ernesto «Ogni bici ha una sua storia». La sua.

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