Che senso ha una maratona? Cercare di rispondere è un affannarsi scomposto perchè un senso non c’è. Meglio, non ce n’è uno solo. Chi decide di affrontare una 42 chilometri ha sempre dentro qualcosa di speciale. Di speciale per se stesso. Ovunque accada, oggi dalla Venice Marathon alla prima edizione della Maratona dei Navigli, così distanti per chilometri, storia e partecipazione ma in realtà vicinissime. A Venezia ha vinto il keniano Julius Rotich in 2h 10 minuti,  davanti all’Expo di Abbiategrasso il primo ad arrivare è stato l’italiano Fabio De Angeli in 2 ore e 31 minuti. Due mondi, ma in realtà lo stesso mondo.  In un maratona c’è chi parte per vincere, chi per migliorarsi, chi per arrivare, chi per dimostrare che quasi sempre è la volontà che muove le cose e la vita. E la maratona, nel racconto personale di ognuno, è la metafora perfetta della vita che non sempre è rose e fiori, che spesso è in salita, che tante volte ci fa chiedere perchè, che è tenacia, gioia ma anche sconforto e voglia di tornare indietro. In quarantadue chilometri tutto ciò passa nella testa e davanti agli occhi più spesso di quanto si pensi. E anche se hai migliaia di persone attorno che corrono e fativano con te, che ti appladuono che ti dicono di non mollare alla fine il conto è sempre e solo il tuo.  Così una maratona sono sempre mille storie. Sportive, personali, gioiose, malinconiche e spesso di riscatto. Così la maratona è un bel viaggio da vivere e racconatre che puà durare un paio d’ ore ma anche quattro, cinque, quanto serve. La maratona non è un tempo finale, perchè i numeri non sempre contano. Così diventa un’emozione da conservare correre nel Parco del Ticino, tra le cascine lombarde, sulle sponde del Naviglio, davanti all’abbazia di Morimondo,  al Castello Sforzesco di Abbiategrasso, alle conche del Da Vinci sul Naviglio di Bereguardo, al palazzo Cittadini-Stampa e alle ville patrizie  sulle sponde di un Canale che con la pioggia e la foschia di un autunno mite diventano la cornice perfetta per la tua fatica. Non serve altro. Non servono card, non servono chip, non servono medaglie…