15272192_1275431949175386_210920931647399198_oDiecimila al via sono sempre un bel colpo d’occhio. Diecimila (runner più runner meno) sono una cifra che dice che,  al di là di ogni interpretazione, una maratona è di quelle che contano. E la Firenze Marathon ormai conta. E da diversi anni che conta anche se non sempre sono i numeri a decretare il successo di una gara. Serve altro. Per la maratona di Firenze, ad esempio, conta la magia di una città che merita sempre una visita e che comunque ti lascia sempre qualcosa di indimenticabile da riportare a casa. Ma se poi i numeri sono importanti allora tanto meglio. E oggi per la 33ma edizione i “quasi diecimila al via”, come dicono gli organizzatori, confermano Firenze come seconda 42 chilometri italiana e prima in Europa tra le città non capitali. Un bel colpo d’occhio a cui ormai ci si è anche abituati visto che è il quinto anno consecutivo (e l’ottava volta nella storia) che la corsa supera la barriera dei 9mila iscritti. Tanti come sempre gli stranieri perchè da queste parti si viene per correre ma anche per fare una vacanza con francesi, tedeschi e inglesi a guidare l’invasione. Ed è un classico per una città d’arte che permette ai maratoneti di apprezzarla in pieno con un percorso che arriva in Piazza Duomo dopo aver attraversato i viali, Ponte Vecchio e  tutti i principali e monumenti della città. E’ il valore aggiunto di una corsa che però come tutte le maratone è anche sfida agonistica.  Oggi la vittoria, è andata all’etiope Teshome Shumi Yadete in 2h11’57”, all’esordio sulla distanza lunga, davanti al kenyano Sigei Kiprotich (2h14’15”) e all’eritreo “azzurro” trapiantato in Veneto Eyob Faniel Ghebrehiwetin 2h15’39”.  Il ventiquattrenne vive da dodici anni a Bassano del Grappa e corre per la Venice Marathon: ““Sono emozionato – ha raccontato al traguardo- Ho avuto un po’ di crampi verso il trentesimo chilometro ma non ho mollato. Ho ascoltato i consigli di Ruggero Pertile che mi sta seguendo da vicino da qualche mese insieme a Giancarlo Chittolini e mi avevano di stare tranquillo, di aspettare. Ho fatto così ho fatto ed è andata davvero bene con la seconda parte di gara addirittura più veloce della prima. Ho iniziato a recuperare posizioni su posizioni  e ho iniziato a crederci…”. Tra le donne vittoria keniana con Winny Jepkorir con il tempo di 2h28’46” (seconda migliore prestazione di sempre). Dietro di lei l’italiana Fatna Maraoui, Azzurra dell’Esercito, in 2h30’52” e  la bielorussa Nastassia Ivanov.

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