700_dettaglio2_Vincenzo-Nibali-al-tour-de-France-Reuters_634x475_1449259873042Il meteo dà freddo e neve. E viene da chiedersi cos’altro potrebbe dare visto che siamo a gennaio. Di solito in inverno va così. E magari ghiaccia anche come stamattina a Milano e dintorni dove il ghiaccio era più ghiaccio del solito. “Gelicidio”, dicono i meteorologi: la pioggerellina cade al suolo e a contatto con il terreno freddissimo  forma all’istante una lastra spessa su cui è impossibile stare in equilibrio. E infatti tutti giù per terra, con centinaia di chiamate al 118 e i pronti soccorso della città collassati per botte,  fratture, varie ed eventuali.  Difficile stare in piedi figurarsi correre tant’è che il Comune, per evitar grane, ha chiuso anche alcuni parchi dove solitamente ci si allena. Ma per i fissati il vero dramma è non poter pedalare. Non è che non si possa. Molti pedalano lo stesso anche d’inverno, si coprono e vanno. Eroi senza macchia e senza paura. Passamontagna, copriscarpe, maglie termiche,  creme riscaldanti su piedi e mani, guanti da sci, imbottiti e mascherati, una via di mezzo tra l’omino che una volta faceva la pubblicità per la Michelin e la Banda Bassotti. Non mollano mai, non si arrendono alla pioggia ghiacciata, alla neve, alla nebbia figurarsi al gelicidio che in tanti fino ad oggi non sapevano neppure che esistesse. Guai a parlar di rulli: ” I rulli? I rulli non esistono”. Pedalare sempre, in qualsiasi condizione e nonostante tutto per far girare le gambe e tenere allenata la volontà. E fanno invidia. Perchè uno ce la mette tutta a trovare il bello di un’uscita in bici nelle nebbie della pianura padana, a gennaio, con il freddo e le macchine che ti sfrecciano accanto. Il bello non c’è. Il bello della bici è l’estate. Sono i 35 gradi di luglio quando Nibali e compagnia scalano i Pirenei e tu ti alleni pensando di fare la stessa cosa sullo strappetto vicino a  a casa tua. L’aria calda in faccia, l’acqua in testa, la borraccia con il ghiaccio che si scioglie già dopo i primi 500 metri. Ed è come se avessi la maglia gialla.  La bici sono i chilometri con il caldo che ti cuoce il cervello quando il mondo viaggia con l’aria condizionata a palla. Sono i segni dell’abbronzatura da muratore che quando vai in spiaggia tua moglie fa finta di non conoscerti.  E’ il bruciore del sudore negli occhi. La bici sono un body smanicato e una zip tutta aperta.  Dura poco, ma è un’emozione intensa. E quando, all’improvviso, in una discesa senti il bisogno coprirti con un giornale o con una mantellina è già tutto finito…