Dal 2018 agli esami di maturità si verrà ammessi anche con qualche insufficienza in pagella. Faranno media anche religione e condotta e, a parte casi clamorosi e irreversibili, passeranno un po’ tutti. Piaccia o no è’ un po’ il ritorno al 6 politico, che andava tanto di moda qualche annetto fa. E, fermo restando che più ragazzi studiano, si diplomano più il Paese cresce in educazione e cultura a prescindere dai voti, resta il fatto che lo studio un po’ è come lo sport. Non sempre basta partecipare. Nello studio e nello sport serve il talento ma da solo non basta, perchè se non ci sono persevereanza e applicazione si resta al palo. Nello studio e nello sport  si impara subito a proprie spese che le scorciatoie non portano lontano: può andare bene per un’interrogazione, per una gara ma alla lunga chi ha basi e preparazione seria ti passa davanti. Nello studio e nello sport  c’è un rapporto diretto tra ciò che si fa e ciò che torna indietro: così se studi passi un esame e se ti alleni farai una buona gara. Non si scappa. Nello studio e nello sport , soprattutto se si parte dal presupposto che tutti arriveranno al traguardo, conta come ci si arriva. Non è vero che una maturità “strappata” per benevolenza ha lo stesso peso di un voto pieno e con lode. Così come non è vero che arrivare in fondo a una maratona, a un triathlon o a un ironman trascinandosi, sfiniti e sfatti sia sinonimo di un eroismo epico a prescindere. C’è troppa, inutile e pericolosa retorica in certi finali. Conta come si finisce , eccome se conta. Conta nello sport e conta nella scuola. E non sarebbe male ricordarselo ogni tanto…