mtbL’anno scorso, dopo quasi vent’anni, Milano è tornata palcoscenico mondiale per le mountainbike. Le bici con le «ruote grasse» avevano sportivamente invaso la Montagnetta di San Siro, unica possibilità cittadina per un circuito, in una tappa degli Internazionali d’Italia che sono stati un successo di pubblico e tecnico. E allora si replica anche se c’è chi nel Municipio otto non vede di buon occhio la manifestazione al Monte Stella. Ma gli Internazionali d’Italia series arrivano alla sedicesima edizione e Milano sarà ancora una tappa fondamentale del circuito: «Portare la mountainbike al pubblico e il pubblico alla mountainbike è il mantra- spiegano gli organizzatori- E u palcoscenico come Milano è un’occasione da non perdere». Dall’anno scorso gli Internazionali sono diventati un circuito. Con una tappa in più, a Verona, da cui si ripartirà quest’anno il prossimo 4 marzo. La seconda tappa alla Montagnetta di Milano il 12 marzo. E ancora: Montichiari (Brescia) il 2 aprile, il 9 Nalles (Bolzano) e la chiusura il 4 giugno a Courmayeur. «Questo è un mondo al quale teniamo tantissimo- spiega il neo presidente della Federazione ciclistica italiana rieletto Renato Di Rocco- Gli ultimi quattro anni sono stati un po’ conflittuali con alcune critiche. Ma lo sviluppo della bicicletta sta andando verso il fuoristrada. I numeri ci dicono che la scelta era opportuna e giusta. Tutto lo sviluppo è stato possibile grazie alle società. I risultati ci sono e ci stimolano a fare sempre meglio». E Milano è una vetrina importante. Anche se c’è chi prova a fermarle le bici. Lo stop arriva da Municipio 8, quello sotto cui ricade il Monte Stella, una vera e propria diffida alla Federciclismo a disputare la sfida dall’assessore al Verde della zona, Enrico Fedrighini che teme che bici e ciclisti possano rovinare viali e pendii della Montagnetta. «Lo scorso anno fu una devastazione- scrivono i Verdi nella diffida- Il parco Monte Stella non è un comune spazio pubblico a disposizione del miglior offerente, non è nemmeno un verde cimiteriale da osservare e non toccare. È un’opera architettonica che custodisce la memoria storica della nostra città, da usare ma anche conservare». Il Monte Stella da qualche anno attrae sempre più sportivi, ciclisti e appassionati di mountainbike che qui trovano condizioni perfette per allenarsi e per divertirsi. Ma la gara ai Verdi non piace, nonostante a marzo sulle rampe del Monte Stella pedaleranno i migliori atleti del mondo in circolazione, compresi gli azzurri. «Il movimento cresce quando ci sono manifestazioni importanti come queste – spiega il commissario tecnico azzurro Davide Cassani- C’è la possibilità per i giovani di appassionarsi e di confrontarsi. Negli ultimi anni questo movimento ci ha dato grandi soddisfazioni, l’anno scorso siamo stati sfortunati alle Olimpiadi e parlo di Marco Aurelio Fontana. Noi seguiamo con particolare attenzione la mountain bike. Per noi è importante seguire il fuoristrada senza andare fuoristrada. Il nostro compito è portare vittorie. Conta ottenere risultati ma l’importante è fare del ciclismo e farlo nel modo migliore. Una manifestazione del genere serve per dare molto di più al nostro movimento». Un movimento quello della mountainbike esploso tanti anni fa grazie anche alle vittorie olimpiche di Paola Pezzo e poi un po’ dimenticato. Ma negli ultimi anni la passione per una specialità tecnica, spettacolare e che permette anche di apprezzare sentieri e percorsi tra montagne e natura è tornata forte: «Sì siamo in grande crescita- spiega Cordiano Dagnoni, presidente del Comitato lombardo della Federciclismo- Abbiamo province come Bergamo e Brescia importanti, ma Milano è una vetrina importante. L’anno scorso è stato un successo e siamo riconoscenti al mondo del fuoristrada, che è un approccio al ciclismo più easy, più facile. È un elemento importante da sostenere, perché anche i risultati ci stanno dando ragione. Sarà sicuramente un successo».

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