xBambiniterribili1.jpeg.pagespeed.ic.dOefg3CNp2Chi ha figli ( ma anche chi non li ha) sa che i bambini sono terribili. Ma è un gioia “terribile” che aiuta a vivere e tiene vivo chi sta vicino a loro. E molto spesso, quando la vita ci mette alla prova,  diventa l’energia necessaria per andare avanti, per raggiungere un traguardo,  acciuffare un sogno.  Nasce forse così, con la speranza di raccontare al mondo che  anche nella disabilità di “terribile” ci può essere solo il pregiudizio, il progetto “bambini terribili for a smile” https://www.retedeldono.it/it/progetti/polisportiva-terragio-associazione-sportiva-dilettantistica/bambini-terribili…-for-a, una sfida che porterà l’11 giugno, nella seconda edizione del Challenge Venice, quattordici bimbi affetti da disabilità fisiche e mentali più o meno gravi a correre la staffetta sulla distanza completa dei 3,8 chilometri di nuoto, 180 in bici e sui 42 della maratona finale. Il progetto coordinato da Pierluigi Righetti, triatleta con diversi Ironman alle spalle  e psicologo-psicoterapeuta dell’Azienda Ulss 3 Serenissima con  la Polisportiva Terraglio vedrà coinvolti anche i medici Pediatri di Famiglia con un gruppo di assistenza lungo tutto il percorso. “La sfida è doppia- spiegano i protagonisti- quella di fare sensibilizzazione  problematiche legate ai temi dell’inclusione sociale e dello sport come strumento di integrazione e di miglioramento dello stile di vita anche in condizioni di disabilità, dall’altro la raccolta di fondi per consentire l’acquisto di attrezzature per la riabilitazione di bambini disabili e permettere loro la pratica sportiva presso la stessa Polisportiva Terraglio, da oltre 30 anni attiva in questo ambito così particolare”. Nulla si improvvisa, soprattutto in un Challenge sulla distanza completa. Così ragazzi e staff si stanno preparando e poche settimane fa hanno già corso la Treviso marathon. Sono sei le persone della squadra: oltre a Pier Luigi Righetti un gruppo di triatleti di alto livello come Alberto Casadei, Marco Nicoletti, Marco Dalla Venezia, Jacopo Maria Righetti e Stefano Rossi che hanno accettato una sfida che per una volta non sarà solo sportiva.  Nella frazione “nuoto” avranno un’imbragatura con la quale tireranno un canottino, la frazione “bicicletta”  verrà corsa con un tandem e nella maratona spingeranno i bambini sulle carrozzine. “La sfida coinvolge i piccoli, gli atleti ma anche i genitori- spiegano gli organizzatori- perchè l’obiettivo è quello di far vivere un’esperienza sportiva, riabilitativa, psicologica, relazionale, psico-motoria ai ragazzi ma anche a chi quotidianamente sta loro accanto. L’intero ricavato delle beneficenze sarà devoluto all’acquisto di macchinari per la riabilitazione”. Il Challenge Venice (http://challengevenice.com/it/lotto-relay/) sosterrà l’iniziativa, donando 50 euro per ogni iscrizione per acquistare bici speciali, carrozzine speciali che possano permettere poi di continuare a fare sport e ogni squadra iscritta alla Lotto Relay aprirà una pagina di raccolta fondi  per aiutare l’iniziativa nella pagina dedicata su Rete del Dono. Sfida nella sfida o forse l’unica sfida che conta, che riporta alla misura delle cose che ogni tanto si perde quando ci si concentra troppo sulla gara e su se stessi. E basta poco per ricordarlo. Basta la frase di un papà che sogna un bambino terribile:  “Quando parlo di questa cosa- scrive sul sito del progetto- ti descrivo come un pazzo con un sogno meraviglioso. Un sogno per tutti i nostri figli… Pietro ha cominciato a sentirsi parte di una squadra… ha cominiciato a parlare… ha cominciato a sorridere…”

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